Voluti da Pio VII nel 1808 per la coccarda dei soldati rimasti fedeli, divennero quelli della bandiera dello Stato
Alla Legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano del 26 novembre 2000, come alla precedente Legge fondamentale del 7 giugno 1929, è allegata la riproduzione della bandiera ufficiale, con la descrizione "drappo partito di giallo e bianco, col bianco caricato al centro delle Chiavi incrociate (decussate) sormontate dal Triregno". Come si rileva dal disegno, l'asta è cimata di lancia ornata di coccarda degli stessi colori della bandiera e frangiata d'oro. Le dimensioni non vengono specificate; tuttavia, l'altezza e la larghezza risultano uguali. Esiste, probabilmente, un collegamento con i colori dell'oro e dell'argento; sono state quasi sempre così raffigurate le Chiavi di San Pietro, ed erano costituite con i suddetti metalli le due chiavi che, secondo un'antica tradizione, venivano presentate al Pontefice quando prendeva possesso della sua cattedrale, l'arcibasilica Lateranense.
La bandiera dello Stato non è da confondere con il vessillo di Santa Romana Chiesa; tale insegna, le cui più antiche rappresentazioni risalgono all'VIII/IX secolo, assunse sotto il pontificato di Bonifacio viii (1294-1303), la forma che ha in seguito mantenuto. Si trattava di un drappo di seta vermiglia, il cui fondo era cosparso simmetricamente di stelle a sei punte ricamate in oro, e che recava al centro le chiavi incrociate sormontate dal padiglione; il drappo terminava in due punte, ciascuna delle quali era ornata da un fiocco d'oro.
Il vessillo, quindi, richiamava l'oro e la porpora, i cui colori erano quelli tradizionali dell'antica Roma. Nei primi anni dell'800, il rosso e il giallo comparivano ancora nella coccarda delle milizie pontificie; per spiegare l'uso degli attuali colori della bandiera vaticana, dobbiamo fare riferimento all'occupazione dell'urbe da parte delle truppe napoleoniche, avvenuta nel febbraio 1808.
Il comandante delle milizie francesi, generale Miollis, fece ben presto comparire sui muri della città dei manifesti, con i quali si imponeva l'incorporazione delle forze armate del Papa in quelle imperiali. Per gli ufficiali che rimasero fedeli al regnante Pio VII Chiaramonti (1800-1823) vi furono arresti e deportazioni; le reazioni non furono però notevoli, anche perché era stata fatta circolare la notizia che il Pontefice fosse al corrente, e non avesse sollevato difficoltà. Si ribellò solo un piccolo gruppo di ufficiali, che venne deportato nel carcere di Mantova.
Per sottolineare l'unificazione, e probabilmente anche per aumentare la situazione di incertezza, venne permesso ai militari di continuare a portare la coccarda rosso-gialla, fissata sui copricapi.
Il Papa aveva però ben chiaro che Napoleone voleva assoggettare lo Stato Pontificio, e il 13 marzo 1808 protestò energicamente. Ordinò, tra l'altro, ai corpi che gli erano rimasti fedeli di sostituire la coccarda dai colori romani con una bianca e gialla. Nel diario di un contemporaneo, l'abate Luca Antonio Benedetti, alla data del 13 marzo 1808 è così scritto: "Il Papa per non confondere li soldati romani che stanno sotto il comando francese, con li pochi rimasti al suo servizio, ha ordinato una nuova coccarda gialla e bianca. L'hanno adottata le guardie nobili e li svizzeri. La cosa è piaciuta".
Tre giorni dopo, il 16 marzo, Pio VII comunicò per iscritto tale disposizione al Corpo Diplomatico, e il relativo documento è da considerare come l'atto di nascita dei colori dell'attuale bandiera dello Stato della Città del Vaticano.
Anche questa volta, non mancarono repressioni tra quanti eseguirono la volontà del legittimo Sovrano, e, in particolare, furono arrestate molte Guardie nobili; inoltre, il generale Miollis fece adottare il nuovo distintivo anche ai militi pontifici passati alla sua obbedienza. Il Papa protestò nuovamente, con una nota che venne inviata il 20 marzo all'incaricato d'Affari di Francia a Roma, unitamente a una lettera a firma del pro-segretario di Stato, cardinale Giuseppe Doria Pamphili. Veniva reso noto che il Santo Padre considerava l'incorporazione delle truppe e l'adozione della nuova coccarda come un più alto segno di oltraggio alla sua dignità.
Napoleone venne ben presto a conoscenza dell'opposizione di Pio VII; l'Imperatore, scrivendo il 27 marzo da Saint Cloud al viceré d'Italia Eugenio de Beauharnais, suo figliastro, ingiunse l'adozione della coccarda tricolore, italiana o francese, con previsione, per i trasgressori, della pena di morte.
Il Principe Eugenio eseguì prontamente gli ordini imperiali, con un editto che fu emanato a Milano l'1 aprile; la previsione della pena capitale, che non può non destare meraviglia, conferma che ci si trovava in un momento di grande difficoltà, con il massimo rischio per il potere temporale del Papa.
In effetti, circa un anno più tardi, il 17 maggio 1809, Napoleone decretò l'unione di Roma e dello Stato Pontificio alla Francia. Pio VII scomunicò i persecutori della Chiesa; nella notte tra il 5 e il 6 luglio 1809 il vescovo di Roma fu arrestato, e iniziò per lui un lungo periodo di esilio e prigionia a Grenoble, a Savona, a Fontainebleau. Solo nel 1814 il Pontefice poté rientrare nella sua diocesi.
Papa Chiaramonti non aveva dimenticato l'episodio di sei anni prima, e sul copricapo delle truppe romane tornò la coccarda bianca e gialla, segno di fedeltà al legittimo Sovrano.
Risale al 1824 la prima notizia di una bandiera pontificia bianca e gialla, quella della Marina, che aveva sede in Civitavecchia. I colori, che erano allora posti in diagonale, furono adottati nel 1831, per la bandiera, dalla Guardia Civica; nel 1848 Pio ix li mise "a palo", con il giallo all'asta. Lo stesso Pontefice, dopo il ritorno dall'esilio nel Regno delle due Sicilie, che si era protratto dal novembre 1848 all'aprile 1850, fece aggiungere lo stemma papale. Il vessillo, però, non fu adottato da tutte le milizie; ad esempio, la bandiera dell'artiglieria era di colore azzurro, e quella dei dragoni verde.
Tra gli stendardi dei corpi militari pontifici sciolti nel 1970, solo quello della guardia palatina era diviso nei due campi bianco e giallo; esso, però, recava al centro lo stemma del Pontefice regnante, e non aveva nel campo bianco le chiavi decussate sormontate dal triregno. Pertanto, era diverso dall'attuale bandiera dello Stato. Nella Città del Vaticano, la bandiera viene esposta in solennità religiose e civili. Per esempio, nei giorni di Natale, Pasqua, Festività di Maria Santissima Madre di Dio, Epifania, Ascensione, Pentecoste, Corpus Domini, festa dei Santi Pietro e Paolo, Assunzione di Maria; inoltre, per l'onomastico, il genetliaco e l'anniversario dell'elezione e del solenne inizio del ministero del Papa, l'anniversario della Conciliazione fra la Santa Sede e l'Italia, i Ricevimenti ufficiali di Capi di Stato, le visite ufficiali del Santo Padre in Roma, le beatificazioni, le canonizzazioni, le cerimonie di apertura e chiusura della Porta Santa. La bandiera si issa all'alba e si toglie al tramonto.
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