venerdì, luglio 18, 2008

Sono centinaia di migliaia le armi di piccolo taglio che ogni anno “si perdono”, dirottate verso il commercio illegale. Un rapporto fa il quadro della situazione.

Nigrizia.it - Ogni anno centinaia di migliaia di armi di piccolo taglio vengono dirottate e se ne perdono ufficialmente le tracce. Lo denuncia il rapporto “Small arms survey 2008” appena presentato all’Onu, organo di ricerca sulla proliferazione delle armi leggere con sede a Ginevra. Presentando il rapporto al palazzo di vetro, Keith Krause, capo del Small Arms Survey, ha sottolineato come il fenomeno sia particolarmente pericoloso soprattutto nei paesi in cui il governo è già debole, perché permette a gruppi antigovernativi o individui sovversivi di agire contro i civili, prima che alle istituzioni.
Il rapporto non definisce una stima precisa del volume di armi, anche perché non ha potuto prendere in considerazione le armi stornate dalle forniture governative e militari, che nella maggior parte dei casi vengono rubate e rivendute al mercato nero, come accade per esempio in Kenya, dove quasi il 50% delle munizioni che si trovano al mercato nero vengono direttamente dalle forze armate.

Questi “carichi di armi dirottati” arrivano in Africa, in Somalia, in Liberia, in Sudan, ma anche ai “gruppi armati sudamericani e alle milizie del Corno d’Africa”; finiscono anche in Iraq e Afghanistan. Secondo gli esperti, “alcune di queste spedizioni illecite sono grandi quanto gli arsenali delle forze armate di piccoli paesi”. Il dirottamento assume diverse forme: da piccole spedizioni di pezzi acquisiti legalmente e assemblati illegalmente, a massicci invii che, spesso grazie anche al sostegno di funzionari governativi, sfuggono ai controlli e arrivano a destinazioni impossibili da rintracciare.

Il rapporto afferma anche che sono in circolazione almeno 650 mila armi che derivano da furti a civili.
“Su 200 milioni di armi leggere censite nel mondo, 76 milioni possono essere considerate eccedenza” si legge ancora nel testo. Ogni anno vengono distrutti circa 430.000, un numero non sufficiente ad estinguere il surplus, che i governi preferiscono esportare. Stati Uniti, Italia, Germania, Belgio sono ancora i maggiori esportatori. Iran e Corea del Nord sono i paesi meno trasparenti nell’acquisto di armi.



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