Allo stremo un milione e mezzo di persone
Agenzia Misna - Un milione e mezzo di persone con urgente bisogno di aiuto, 400 scuole e ospedali senza accesso all’acqua potabile, una produzione cerealicola dimezzata: sono queste, secondo il governo dell’Afghanistan, le conseguenze della siccità che negli ultimi mesi ha colpito soprattutto il nord del paese. Sulla base delle previsioni del ministro per l’Agricoltura Eshan Zia, quest’anno la produzione nazionale di cereali non dovrebbe superare due milioni e 300.000 tonnellate, a fronte dei quattro milioni e 600.000 del 2007. Nel tentativo di garantire assistenza di base a quattro milioni e mezzo di persone, alcuni giorni fa il governo ha lanciato un appello per raccogliere 400 milioni di dollari, poco più di 250 milioni di euro. La siccità – ha detto Zia – ha colpito 19 delle 34 province afgane; in 22 province, d’altra parte, “una grave insufficienza di acqua potabile” metterebbe a rischio le vite di un milione e 150.000 persone. Il governo sostiene che, finora, siccità e carestie non hanno provocato “esodi di massa”; 9.000 persone che avevano raggiunto la periferia della città settentrionale di Mazar-i-Sharif sarebbero state convinte a tornare nei villaggi d’origine con la promessa di aiuti imminenti. La situazione, però, sembra poter peggiorare: “Molti giovani – ha affermato il ministro per l’Agricoltura – sono partiti per altre province o per l’estero in cerca di un impiego che permetta loro di aiutare le famiglie rimaste a casa”.
[ VG]
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