Agenzia Misna - “La magistratura ha ordinato uno stop, è vero, ma alla fine il progetto nel delta del fiume Tana si farà”: lo dice alla MISNA un giornalista del quotidiano keniano ‘Daily Nation’, in merito all'eventuale allestimento di una grande piantagione di canna da zucchero per produrre biocarburanti nell'area fluviale sulle rive dell’Oceano Indiano. La sospensione del progetto è stata disposta dall’Alta corte di Malindi dopo una denuncia presentata da alcune organizzazioni ambientaliste; secondo gli attivisti, il progetto rappresenta un grave pericolo per il delta, un paradiso naturalistico dove vivono 350 specie di uccelli oltre a leoni, elefanti e squali molto rari. Ottenuto il mese scorso il via libera dal governo, la ‘Mumias Sugar Company’ intende destinare circa 20.000 ettari alla coltivazione di canna da zucchero; la società, privata ma con una partecipazione statale, promette di creare migliaia di posti di lavoro e di immettere ogni anno sul mercato dell’energia “verde” 23 milioni di litri di etanolo. “La Mumias – sostiene il cronista del ‘Daily Nation’ – ha già lavorato bene nell’ovest del paese e, d’altra parte, le piantagioni di canna da zucchero occuperebbero una parte limitata del delta”. A esprimere riserve, però, sono in diversi. “Il Kenya – ha detto di recente Wangari Maathai, premio Nobel per la pace nel 2004 – non considera seriamente le questioni ambientali e questo comportamento è molto pericoloso per le generazioni future”. Critico verso il progetto governativo è anche un editoriale apparso sul ‘Business Daily’: dopo lo stop della magistratura il governo dovrebbe “negoziare” con i contadini locali, preoccupati per le loro terre e per l’entità dei risarcimenti; più in generale – scrive ancora il ‘Business Daily’ – bisognerebbe rifiutare una “logica” secondo la quale “in Africa è necessario puntare allo sviluppo economico e, solo dopo, occuparsi di sostenibilità ambientale”.
[ VG]
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