Nei primi 6 mesi del 2008 gli italiani hanno ridotto l'uso dell'auto, ma meno di quel che ci si aspetterebbe visti gli aumenti della benzina. I risultati del rapporto Isfort sulla mobilità per il primo semestre 2008.
QualEnergia.it - Il caro petrolio ha incrinato l’amore degli italiani per l’automobile, ma la relazione resta solida. È quanto emerge dal rapporto Isfort sulla mobilità, riferito al primo semestre del 2008 e reso pubblico lunedì. Per la prima volta dal 2004 i viaggi in automobile registrano una diminuzione, del 2,1% calano anche gli spostamenti in moto e motorino (-1,9%), mentre il trasporto pubblico mette a segno un rilevante +7,8%, consolidando una fase di recupero già iniziata nel primo semestre del 2007. Le quattro ruote la fanno comunque ancora da padrone: tra gli spostamenti fatti con i mezzi motorizzati l’81,9% è ancora coperto dall’auto. A rinunciare in maggior misura alla macchina - emerge dal rapporto - chi si sposta meno e ha un reddito più basso: gli anziani, i disoccupati e i pensionati. L’uso della macchina, va precisato, cala soprattutto nelle città: nei centri con oltre 250mila abitanti la quota di chi si sposta in auto scende di oltre 5 punti (dal 66,5% del primo semestre 2007 al 61% del primo semestre 2008), a tutto vantaggio dei mezzi pubblici (la quota modale sale dal 22,7% al 27,6%). Nessun mutamento sostanziale invece nei piccoli e medi centri.
“Siamo insomma lontani da un “cambio modale” forte e strutturale a favore del trasporto pubblico, tuttavia si intravede un segnale di cambiamento dei comportamenti di mobilità degli italiani; si dovrà verificare nei prossimi mesi se e quanto questo segnale potrà rafforzarsi”, scrivono gli autori del report. D’altra parte la volontà di cambiare il modo di spostarsi c’è. Sempre di più quelli che dichiarano di voler usare meno la macchina: il 34,6% degli intervistati ( mentre nel primo semestre 2007 erano 31,4%). In aumento anche chi vorrebbe usare di più i mezzi pubblici, il 40% degli intervistati (38,5% nel 2007). Una minoranza invece è chi vorrebbe spostarsi di più in auto (7,1%) e chi vorrebbe usare meno i mezzi (5,1%).
La “sofferenza” dell’automobile in questa fase congiunturale è leggibile anche negli indici di soddisfazione, che il sondaggio Isofort rileva facendo attribuire ad ogni mezzo un punteggio da 1 a 10. Pur restando attestato su livelli altissimi il gradimento per le quattro ruote diminuisce da un punteggio medio pari a 8,08 del primo semestre 2007 a 7,93 nel primo semestre 2008. Nelle grandi città il gradimento più basso: 7,26, per la prima volta è inferiore a quello registrato per la metropolitana (7,40). I mezzi i cui indici di soddisfazione sono in crescita invece sono quelli meno usati: la metropolitana appunto, l’aereo e la bicicletta, ai vertici della classifica della soddisfazione, seconda solo alla moto, che rimane in testa.
La domanda di mobilità degli italiani nei giorni feriali - emerge dal rapporto - diminuisce rispetto allo stesso periodo del 2007, dopo tre anni di crescita ininterrotta. È una contrazione piuttosto contenuta (pari a -1,3% nel numero di km percorsi (passeggeri*km) e a -0,8% nel numero di spostamenti effettuati) e inferiore alle aspettative dell’istituto Isofort: “in un quadro congiunturale contrassegnato nella prima parte dell’anno dalla riduzione del potere d’acquisto e dei consumi delle famiglie, dal fortissimo aumento del prezzo dei carburanti e dal crollo del mercato dell’auto, si attendeva in verità una frenata più robusta dei consumi di mobilità e trasporto. In ogni caso si è avviata un’inversione di tendenza destinata presumibilmente a consolidarsi nella seconda parte dell’anno.”
Gli italiani dunque si spostano un po’ meno, ma il tempo che se ne va per la mobilità continua ad aumentare: la media è 65,5 minuti al giorno, un valore mai così alto. “Nella dinamica delle motivazioni di viaggio è evidente il riflesso della crisi economica in corso” scrivono gli autori: infatti, diminuiscono sia la quota di spostamenti per lavoro, per la prima volta sotto il 30%, sia la quota della mobilità per tempo libero (30,6%), a vantaggio degli spostamenti per la gestione familiare (34,1% dal 30,9% del primo semestre 2007).
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