I peacekeepers dell'Unmee abbandonano il confine tra Etiopia e Eritrea, si teme una nuova guerra
PeaceReporter - Con una risoluzione adottata ieri all’unanimità, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu non ha rinnovato il mandato alla moribonda Unmee, la missione di pace al confine tra Eritrea ed Etiopia. I pochi peacekeepers rimasti sul campo lasceranno la zona cuscinetto tra i due stati alla mezzanotte di oggi, dopo che, secondo quanto riferito dal Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon, entrambi i Paesi hanno rifiutato le opzioni proposte dall’Onu per la permanenza di una missione militare ridotta. Dopo otto anni, gli eserciti dei due stati torneranno a confrontarsi faccia a faccia nella terra di nessuno, aumentando i rischi di un ritorno alla guerra.
“Il lavoro della Unmee è giunto al termine non perché il suo mandato era stato assolto, ma perché era diventato impossibile applicarlo”. Le parole di Jan Grauls, rappresentante belga al Consiglio e promotore della risoluzione di chiusura, riassumono bene tutte le difficoltà incontrate negli ultimi mesi dalla missione, creata alla fine della guerra scoppiata nel 1998 e costata la vita ad almeno 70.000 persone. Tanto che l’unanimità raggiunta ieri al Consiglio mostra come la decisione fosse una formalità per prendere atto di una situazione diventata insostenibile. I problemi erano cominciati l’anno scorso, con alcune limitazioni di movimento imposte dall’Eritrea ai peacekeepers e seguite dalla cessazione delle forniture di carburante, decisione che costrinse lo scorso febbraio l’Onu ad evacuare il personale militare dall’Eritrea. In sostanza né Asmara né Addis Abeba hanno fatto nulla per “salvare” la presenza della missione, divenuta senza senso una volta che le è venuto a mancare l’appoggio dei due stati. E ora torna reale la minaccia di una ripresa del conflitto tra i due stati, i cui contrasti sulla linea di confine non hanno ancora permesso il raggiungimento di un accordo di pace.
In teoria, il confine sarebbe stato tracciato da una Commissione indipendente, creata dagli accordi di Algeri che permisero la cessazione delle ostilità, ma l’Etiopia si rifiutò di riconoscere le decisioni della Commissione una volta che questa assegnò i territori contesi all’Eritrea. Buona parte del fallimento della missione va imputato alle Nazioni Unite, che non si sono mai impegnate per costringere Addis Abeba a rispettare gli accordi. Così, per far valere le sue ragioni Asmara ha messo pressione sulla missione Onu, limitandone i movimenti, per tentare di disseppellire una querelle diplomatica che il Consiglio di Sicurezza aveva insabbiato. Cosa più preoccupante, dall’inizio dell’anno numerosi rapporti della Unmee avevano riferito di un numero sempre maggiore di truppe ammassate al confine tra i due Paesi, quasi che un nuovo scontro dovesse essere imminente. Una ripresa del conflitto non è assolutamente scontata ma, come ha sottolineato Ban Ki-moon, senza una forza di interposizione qualsiasi piccolo incidente di confine potrebbe innescare un conflitto.
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