domenica, luglio 06, 2008

Nuovo allarme della Fao: l’aumento dei prezzi mette in ginocchio intere nazioni

Roma (Agenzia Fides) - La crisi alimentare dovuta all’aumento dei prezzi di alcuni prodotti che forniscono l’alimento base per milioni di persone e allo stesso tempo l’impennata del costo del carburante, sta producendo una crisi senza precedenti sul piano globale. E’ la Fao che lancia di nuovo l’allarme a poche settimane dal summit mondiale di Roma dedicato proprio ai problemi della sottoalimentazione e delle produzioni agricole. Secondo i nuovi dati diffusi dal Direttore generale dell’agenzia delle Nazioni Unite, Jaques Diouf, nel 2007 i poveri che soffrono la fame nel mondo sono aumentati di 50 milioni. Molti Paesi colpiti dalla crisi non sono in grado far fronte da soli all’emergenza e hanno urgente bisogno di un’azione multilaterale, di alleanze con istituzioni internazionali e con altre nazioni.
Diversi i fattori che stanno producendo questa grave crisi, in parte già individuati dal recente summit di Roma. Fra questi l’aumento della domanda dei prodotti agricoli dovuto alla crescita demografica e allo sviluppo economico dei Paesi emergenti; la scelta di investire nei biocarburanti compiuta da alcune grandi nazioni e la relativa facilità con cui questo settore sta crescendo sottraendo tuttavia terreni coltivabili all’agricoltura; gli sbalzi nella produzione agricola dovuti ai cambiamenti climatici e alle loro conseguenze, in particolare la siccità e le inondazioni che hanno provocato danni enormi sia in Africa e nel sud-est asiatico.
In questo contesto è da sottolineare che le riserve di cereali sono al loro più basso livello da 30 anni a questa parte. Secondo la Fao per rispondere all’attuale crisi la produzione di beni alimentari dovrebbe essere raddoppiata da qui al 2050. Ancora sotto accusa sono poi quei Paesi esportatori di prodotti agricoli e alimentari che speculano sui mercati per proteggere i loro consumatori.
In particolare la Fao sottolinea poi che le risorse pubbliche destinate all’agricoltura nei Paesi in via di sviluppo sono precipitate dal 17% del 1980 al 3 % del 2006, senza contare il livello minimo di investimenti che vengono devoluti alla ricerca scientifica in campo agricolo da questi stessi Paesi: una situazione sempre più difficile di cui è responsabile la comunità internazionale nel suo insieme. Saranno necessari 24 miliardi di dollari all’anno di investimenti pubblici supplementari per fronteggiare la crisi, una cifra che comprende le risorse necessarie per la gestione dell’acqua, la costruzione di strade rurali, l’edificazione di strutture per lo stoccaggio delle riserve alimentari, la ricerca.
Tra i dati che destano particolare apprensione la perdita mondiale annua di terreno coltivabile, dai 5 ai 10 milioni di ettari, causata dalla grave degradazione dei suoli; tuttavia in ampie regioni dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia centrale esistono forti potenzialità ancora non sfruttate per l’espansione di terreni agricoli. Infine rimane la grande incognita dei cambiamenti climatici: se infatti la temperatura globale continuerà ad aumentare la produzione delle principali culture, a cominciare dal mais, potrebbe scendere dal 40 al 20 per cento in alcune regioni dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. (Mtp)


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa