Il personale delle organizzazioni umanitarie è a rischio
Agenzia Misna - Diverse organizzazioni non governative si sono riunite a Mogadiscio per discutere il deteriorarsi della situazione della sicurezza nel paese. Lo riferisce la stampa locale precisando che sono almeno tre gli operatori umanitari uccisi e quattro quelli sequestrati nel paese dall’inizio dell’anno. La riunione si è svolta all’indomani della decisione del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) di ritirarsi da Baidoa, seconda città della Somalia e sede del parlamento, in seguito all’uccisione del coordinatore locale, Osman ali Ahmed, ad opera di un gruppo di uomini armati. La notizia della sospensione degli aiuti, per protestare contro gli attacchi e le uccisioni del personale umanitario, è stata criticata dal governatore della regione Abdifatah Gesay, che ha definito la decisione “sbagliata e immotivata”. Anche la ong locale Daryeel Bulsho Guud, nota come ‘Dbg’, ha espresso la volontà di sospendere le sue attività dopo l’uccisione, venerdì a Mogadiscio, del suo vicedirettore, Mohammed Mahmoud Kheire. Secondo la stampa locale, Kheire sarebbe stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco mentre pregava nella moschea di Elasha Biyaha, alla periferia nord della capitale. Il progressivo ritiro delle organizzazioni umanitarie rischia di peggiorare la già drammatica situazione della popolazione civile somala schiacciata da una violenza e combattimenti pressoché quotidiani. Almeno dieci persone sarebbero rimaste uccise venerdì in uno scontro a fuoco tra truppe regolari e insorti nel quartiere di Daynile, teatro da giorni di aspri combattimenti e di un esodo di migliaia di civili. [AdL]
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