giovedì, luglio 31, 2008

Il gruppo vuole sporgere denuncia alla Commissione nazionale per i diritti umani. Sospetti: l’attacco dei radicali musulmani manovrato da una ditta che vuole impossessarsi dell’area su cui sorge l’istituto evangelico di teologia.

AsiaNewsJakarta, Indonesia: Non c’è pace per oltre 471 studenti di teologia e i loro professori dell’istituto teologico evangelico di Arastamar, attaccati da gruppi fondamentalisti musulmani lo scorso 26 giugno. Braccati da gruppi legati ai Fratelli musulmani di Pulo Kampung, essi cercano rifugio in qualche posto sicuro: alcuni sono ospitati in un settore del parlamento a Senayan, altri nella sede centrale della polizia, altri ancora nella Christian Bethel Church nella zona est di Jakarta.

I 1500 studenti della scuola teologica evangelica (della fondazione Setia) sono stati attaccati da una folla di musulmani e accusati di furto e di costruzione illegale di edifici cristiani. Lo scontro del 26 giugno ha provocato più di 265 feriti gravi.

Gli studenti e i professori hanno deciso di presentare oggi la denuncia e la documentazione dell’attacco di cui sono stati vittime alla Commissione nazionale per i diritti umani (Komnas Ham), nella speranza di ricevere qualche garanzia di tranquillità.

Essi hanno anche deciso di scrivere una lettera al governatore di Jakarta, Fauzi Bowo per criticare le dichiarazioni del capo distretto di Jakarta est, Murdani, che durante il raid ha colpevolizzato i cristiani, chiedendo alle due parti “belligeranti” di stare calmi. “Come minoranza cristiana – egli avrebbe detto – gli studenti dovrebbero comportarsi bene”.

Harry Hutabarat, uno studente di teologia, ha dichiarato ad AsiaNews: “Queste parole ci offendono ed offendono anche quanto il governatore di Jakarta ha sempre detto, che cioè la città ‘è per tutte le comunità’”.

Sukowaluyo Mintorahardjo, principale azionista della Bina Setia Foundation ha visitato gli studenti e i professori nei diversi rifugi dove sono ospitati. Egli ha negato che Setia abbia fatto carte false per costruire nuovi edifici, come alcune personalità musulmane dicono. “Quest’accusa è senza fondamento - egli dice – e tutte le carte legali governative sono in mano nostra fin dagli inizi della scuola”.

Sukowaluyo pensa che l’assalto alla scuola da parte di centinaia di giovani fondamentalisti e persone del vicinato è stata pilotata per motivi economici. “Circa 8-10 anni fa una compagnia di costruzioni ci ha avvicinato per domandarci di muovere il campus da un’altra parte. Ma invece di negoziare in amicizia, ci hanno ordinato di andare via.
Il campus della Setia ha un alto valore commerciale e tutta la zona attorno appartiene alla stessa compagnia di costruzioni.
Sukowaluyo ha anche ribattuto alle accuse secondo cui alla base dello scontro vi è un problema religioso provocato dalla minoranza cristiani davanti alla maggioranza musulmana: “Non c’era alcun motivo per provocare violenza. Per 18 anni abbiamo vissuto in pace. Se ci fosse stato un conflitto religioso, sarebbe scoppiato molto tempo fa. Il mio campus è stato aperto quasi 19 anni fa non ha mai avuto problemi. Perché adesso?”.

Gayus Lumbuun, del partito per la lotta democratica indonesiana (Pdip) ha detto che nei prossimi giorni i giovani studenti dovranno ancora cambiare rifugio. Siccome è il periodo degli esami finali, Lumbuun ha affermato che ovunque i giovani saranno spostati, si provvederà a che alcune stanze vengano adibite a sale per gli esami generali”.

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