mercoledì, agosto 20, 2008

Amnesty International - Le organizzazioni umanitarie hanno riferito di essere ancora ostacolate nella distribuzione di aiuti nella regione contesa dell'Ossezia del Sud, e di temere che i civili nella regione si trovino a rischio di malattie e denutrizione. E' stato inoltre riferito che la possibilità di raggiungere gli sfollati in alcune zone della Georgia, tra cui la città di Gori, è impedita dalla generale mancanza di sicurezza. Secondo l'Ufficio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), oltre 150 mila persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni a causa del conflitto. Il 18 agosto, le autorità georgiane hanno registrato 70 mila sfollati, dichiarando tuttavia che il numero complessivo di persone sfollate a causa del conflitto era molto più alto. Le Nazioni Unite hanno descritto la situazione umanitaria a Gori come "disperata". Il primo convoglio di aiuti umanitari delle Nazioni Unite è riuscito a entrare a Gori solo il 17 agosto. Gli operatori umanitari russi hanno definito "catastrofica" la situazione a Tskhinvali, la capitale dell'Ossezia del Sud, a causa della distruzione di numerose infrastrutture e dell'ospedale locale. Tuttavia, ad oggi le organizzazioni internazionali umanitarie non hanno ancora possibilità di accesso nell'Ossezia del Sud.

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Il 18 agosto l'UNHCR ha riferito ad Amnesty International di essere ancora in attesa di entrare nell'Ossezia del Sud. Il 19 agosto, il Comitato internazionale della Croce rossa ha dichiarato di essere in attesa delle garanzie sulla sicurezza per divenire operativa nell'Ossezia del Sud e in alcune zone della Georgia occidentale.

Ulteriori informazioni. Le vite dei civili nella regione contesa dell'Ossezia del Sud e in Georgia sono a rischio. Sono state riportate pesanti perdite tra i civili, in aumento nel corso degli ultimi giorni, in seguito ai combattimenti tra le forze georgiane e russe. Il conflitto tra la Georgia e la regione separatista dell'Ossezia del Sud si è andato intensificando la mattina dell'8 agosto 2008. A questa data, le truppe georgiane hanno lanciato quella che sembrava un'offensiva militare coordinata contro la capitale dell'Ossezia del Sud, Tskhinvali, al fine di "ristabilire l'ordine costituzionale." Da quanto riferito, decine di edifici civili sono stati distrutti dagli attacchi da parte delle forze georgiane, compresi abitazioni, edifici amministrativi, un negozio di giocattoli, strutture universitarie e ospedaliere.

Il presidente russo, Dmitry Medvedev, ha risposto con l'invio di ulteriori truppe sostenute dai carri armati per rafforzare quelle già di stanza in Ossezia del Sud come parte del cessate il fuoco, con l'obiettivo dichiarato di ristabilire lo status quo. Inoltre, il 9 agosto, bombe russe hanno colpito una zona residenziale a Gori, appena a sud della regione contestata, dove pare si trovi la base militare georgiana; anche questo attacco ha provocato vittime tra i civili. Sono stati segnalati altri attacchi aerei da parte delle forze russe in Georgia, inclusi quelli al porto di Poti sul Mar Nero e ad altri obiettivi vicino alla capitale della Georgia, Tbilisi.

Il 10 agosto la Georgia ha riferito di avere ordinato alle sue forze il cessate il fuoco e ha ritirato le sue forze da Tskhinvali e dall'Ossezia del Sud stanziandosi su posizioni a sud rispetto a quelle tenute prima dell'inizio delle ostilità.

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