lunedì, agosto 04, 2008

Agenzia Misna - Un bacino di raccolta sterminato che, con 55 pozzi, decine di pompe e trivelle, dovrà attingere alle falde acquifere custodite dal deserto: a inaugurare il cantiere è stato oggi il primo ministro Nader Dahabi, sostenitore di una strategia di ampio respiro per far fronte al cronico problema degli approvvigionamenti idrici. Con tempi di realizzazione stimati in quattro anni e un costo di oltre 630 milioni di euro, l’opera mira a garantire ogni anno cento milioni di metri cubi d’acqua. Dalla regione di Mdawwara, nella Giordania meridionale, le forniture dovrebbero essere convogliate ad Amman attraverso un condotto lungo 325 chilometri. Circa il 92 del territorio della Giordania, considerata uno dei 10 paesi più aridi del mondo, è costituito da deserto; per coprire un fabbisogno annuo di un miliardo e 600 milioni metri cubi d’acqua, la popolazione fa affidamento soprattutto sulle piogge invernali.
Il progetto avviato oggi promette tempi migliori ma, secondo il governo, dovrà essere affiancato da altre iniziative di una certa portata; di recente il ministro per l’Acqua Raed Abou Seoud è tornato a parlare del “Mar Rosso-Mar Morto”: il progetto, che prevede la costruzione di un canale lungo centinaia di chilometri e di un impianto per la desalinizzazione delle acque, potrebbe garantire ogni anno forniture per 500 milioni di metri cubi.[ VG]


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