sabato, agosto 16, 2008

Radio Vaticana - “Poche persone della nostra generazione hanno incarnato con tale trasparenza il volto mite e umile di Gesù Cristo”. È con parole cariche di riconoscenza e commozione che il cardinale Walter Kasper ricorda frère Roger Schutz, “fonte di speranza riconosciuta da molti, compreso me stesso”, nel terzo anniversario della sua scomparsa. Aveva 90 anni il fondatore della comunità di Taizé, “monaco simbolo dell’ecumenismo spirituale”, quando, durante la preghiera della sera, venne assassinato da una squilibrata. In un’intervista all’Osservatore Romano, il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, ne tratteggia così il profilo e l’opera: “Durante tutta la sua vita, frère Roger ha seguito la via dell'Agnello: con la sua dolcezza e la sua umiltà, con il suo rifiuto per ogni atto di grandezza, con la sua decisione di non dire male di nessuno, con il suo desiderio di portare nel proprio cuore i dolori e le speranze dell'umanità”. Al centro dei suoi desideri e delle sue preghiere – continua il cardinale – l’unità dei cristiani, “un filo conduttore sino nelle decisioni più concrete di ogni giorno: accogliere gioiosamente ogni azione che possa avvicinare tradizioni differenti, evitare ogni parola o gesto che possa ritardare la loro riconciliazione”. Una meta, questa perseguita, senza essere mai “frettoloso o nervoso”, fin dagli anni della Seconda Guerra Mondiale quando a Taizé, terra di confine, iniziò ad accogliere i rifugiati di tutte le religioni. “Nato in una famiglia riformata, Roger Schutz aveva fatto degli studi di teologia ed era diventato pastore in quella stessa tradizione”, ricorda oggi il cardinale Kaper. Tuttavia, sin dagli anni in cui era un giovane pastore, frère Roger ha pure cercato di nutrire la sua fede e la sua vita spirituale alle fonti di altre tradizioni cristiane, oltrepassando in questo modo certi limiti confessionali”. E “lungo gli anni, la fede del priore di Taizé si è progressivamente arricchita del patrimonio di fede del Cattolicesimo”, tanto che la Chiesa di Roma “aveva accettato che egli comunicasse all'Eucaristia, come faceva ogni mattina nella grande chiesa di Taizé”. Il porporato sottolinea, infine, il ruolo fondamentale, oggi, di Taizé “parabola di comunità che aiuta i giovani a superare le fratture del passato e a guardare un avvenire di comunione e amicizia” e dedica parole di profonda stima e amicizia per il successore di frère Roger, Fratel Alois. (A cura di Silvia Gusmano) ascolta.



Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa