martedì, agosto 19, 2008

Si moltiplicano i passi e le aperture del re saudita verso i cristiani, gli ebrei e le altre religioni. Il motivo più urgente è correggere l’immagine violenta dell’Islam, ma anche una nuova aria nel dialogo interreligioso, che comprenda le religioni “del Libro” (ebrei, musulmani e cristiani), e perfino gli atei, gli indù e i buddisti.

Beirut (AsiaNews) - Scoppia la voglia di dialogo nel mondo islamico e si moltiplicano i segni di tolleranza nei Paesi musulmani: una nuova chiesa in Kuwait, una nel Qatar; aperture verso il Vaticano; la lettera dei 138 saggi musulmani a Benedetto XVI; il varo di una Commissione islamo-cattolica; visita di Abdallah dell’Arabia Saudita alla Santa Sede… Proprio dal monarca saudita vengono ulteriori segnali di apertura e tolleranza: l’incontro interconfessionale alla Mecca (4-6 giugno 2008) e l’incontro interreligioso di Madrid (16 -18 luglio) per aprire un dialogo interreligioso anche con gli ebrei. Sembra proprio che sia scoppiato il dialogo, in una religione che dall’11 settembre 2001, dall’attacco delle Torri Gemelle di New York, è apparsa al grande pubblico come la religione più intollerante. Cosa sta succedendo? Ecco l’analisi dell’islamologo p. Samir Khalil Samir.

Tutti questi segnali indicano che sta davvero cambiando qualcosa, ne sono certo. Il motivo di questo cambiamento è insieme politico e religioso. E in questo caso, l’unità fra i due non è necessariamente un male.

Anzitutto c’è il fatto che l’elemento religioso è divenuto importante nella politica internazionale. Il mondo intero è in ebollizione ovunque. I motivi per questi sussulti possono pescare nella religione o nell’ateismo che combatte la religione. Ad ogni modo, il fenomeno religioso sta diventando un fatto che mette in discussione molte idee e posizioni del passato. Pensiamo alla caduta del comunismo: è stato uno shock che ha spinto molta gente a domandarsi se era la religione l’oppio dei popoli o se non è invece il contrario: l’ideologia come il vero oppio dei popoli. Lo vediamo anche in Cina – grazie alle notizie che voi di AsiaNews fornite – la reazione e il contrasto nel mondo sulle questioni del buddismo in Tibet, in Nepal e in Myanmar. In India vi sono contrasti fra gruppi indù fanatici e ultranazionalisti da una parte e altre comunità (cristiane e musulmane) dall’altra...

Una nuova immagine dell’Islam. In Europa l’Islam ha scosso il modo in cui la coscienza europea guarda al fenomeno religioso. In Francia tutti erano tranquilli nello schema della laicità francese, dove vige il dogma della separazione assoluta fra fede e vita e della religione come fatto privato. Ci si accorge invece che questo legame fra fede e vita pubblica è ancora più forte nell’Islam e questo mette in crisi alcune certezze del laicismo contemporaneo. A questa “scoperta” si aggiunge lo scoppio del fanatismo religioso: nel mondo islamico – per motivi politici e culturali – si manifesta una violenza inaudita, mai giunta in passato a questo punto.

L’interesse per il mondo islamico ha anche motivi “numerici”: un miliardo e più di persone hanno un peso enorme nella politica e demografia mondiale. Anche nel mondo ebraico – grazie alla collusione fra sionismo e politica – c’è pressione e violenze; lo stesso avviene nel mondo indù, con l’identificazione tra induismo e identità indiana.

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