sabato, agosto 02, 2008
In un anno dispiegati solo un terzo dei militari previsti

Rinnovato fino a luglio 2009 il mandato dell’Onu per la missione di pace congiunta Onu- Unione africana in Darfur. Alla quale però mancano mezzi, armi, militari. Nella risoluzione anche la disponibilità a congelare le accuse dell’Aja sul presidente sudanese al Beshir.

Nigrizia.it - Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha rinnovato per un altro anno il mandato della missione ibrida- Onu- Ua in Darfur, la regione occidentale del Sudan dove è in corso da oltre 5 anni un conflitto che ha causato la morte di almeno 300 mila persone e oltre 2 milioni di sfollati. La risoluzione 1828, che prolunga la missione, ha ricevuto il consenso di 14 membri del consiglio su 15; astenuti gli Stati Uniti. La risoluzione prende atto e si dice disponibile ad accogliere la richiesta dell’Unione Africana di congelare le accuse di genocidio e crimini contro l’umanità rivolte dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja al presidente sudanese Omar Hassan el Bashir, per le sue presunte responsabilità in Darfur.

Libia, Sudafrica, Russia e Cina avrebbero voluto che il Consiglio esercitasse il potere di rinviare di 12 mesi i lavori della Corte, come richiesto non solo dall’Unione africana, ma anche dalla Lega araba e da diversi governi africani. Contrari alla sospensione delle indagini Francia, Inghilterra, Usa e paesi dell’America Centrale. Il compromesso raggiunto, pena il veto di Mosca e Pechino al rinnovo della missione, di notificare la richiesta della Ua è stato però respinto dagli Stati Uniti, che si sono quindi astenuti.

La risoluzione chieda anche ai paesi membri dell’Onu di impegnarsi concretamente per sostenere la missione, fornendo elicotteri e altri mezzi materiali indispensabili per il successo della missione. Una richiesta necessaria: senza i mezzi adeguati il rinnovo del mandato dell’Unamid rischia di essere inutile. Più volte organizzazioni umanitarie e i vertici stessi della missione hanno denunciato la carenza di uomini e mezzi. Proprio alla vigilia del rinnovo dell’Unamid, un rapporto preparato da 36 organizzazioni umanitarie ha confermato il fallimento degli obiettivi della missione, soprattutto per la mancanza di uomini, mezzi e armi.

In particolare, il rapporto denuncia che Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna non avrebbero mantenuto gli impegni presi nel sostenere la missione. Ma anche Repubblica Ceca, Italia, Romania, Spagna, Ucraina e India non hanno mandato i loro contributi. Particolarmente grave la carenza di elicotteri: la missione ne ha richiesti una ventina, a fronte di una capacità dei paesi della Nato di 70 mezzi. Ma a 9 mesi dalla richiesta i caschi blu dell’Unamid non ne hanno visto ancora uno, denuncia il rapporto.

In un anno dall’inizio del dispiegamento della missione sono arrivati solo un terzo dei 26 mila militari previsti, che sono sprovvisti anche di armi e uniformi: il rapporto racconta che in alcuni casi i soldati sono costretti ad indossare sacchetti blu al posto dei caschi.


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