Un documentario racconta l'odissea di etiopi ed eritrei nel labirinto della 'giustizia' in Libia.
Peacereporter - Come un uomo sulla terra, di Andrea Segre, Riccardo Biadene e Dagmawi Yimer, è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste. Un migrare differente da quello che, negli ultimi anni, i media trasmettono Si parla di etiopi ed eritrei, persone che hanno diritto all'asilo. Questo non fa di loro persone più fortunate degli altri migranti, almeno prima di arrivare in Italia.
Via terra, attraverso il deserto, tra Sudan e Libia. In Libia, però, una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Con l'aiuto dei fondi italiani. Il documentario si inserisce in un progetto di Archivio delle Memorie Migranti che dal 2006 l’associazione Asinitas Onlus, centri di educazione e cura con i migranti sta sviluppando a Roma in collaborazione con ZaLab, gruppo di autori video specializzati in video partecipativo e documentario sociale e con l'Archivio Audioviso Movimento Operaio e Democratico (Aamod). Le attività della “scuola di italiano” Asinitas Onlus sono portate avanti con il sostegno della fondazione Lettera 27 e della Tavola Valdese. Il film è stato prodotto da Marco Carsetti e Alessandro Triulzi per Asinitas Onlus e da Andrea Segre per ZaLab. Al progetto ha collaborato Mauro Morbidelli.
Peacereporter - Come un uomo sulla terra, di Andrea Segre, Riccardo Biadene e Dagmawi Yimer, è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste. Un migrare differente da quello che, negli ultimi anni, i media trasmettono Si parla di etiopi ed eritrei, persone che hanno diritto all'asilo. Questo non fa di loro persone più fortunate degli altri migranti, almeno prima di arrivare in Italia.
Via terra, attraverso il deserto, tra Sudan e Libia. In Libia, però, una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Con l'aiuto dei fondi italiani. Il documentario si inserisce in un progetto di Archivio delle Memorie Migranti che dal 2006 l’associazione Asinitas Onlus, centri di educazione e cura con i migranti sta sviluppando a Roma in collaborazione con ZaLab, gruppo di autori video specializzati in video partecipativo e documentario sociale e con l'Archivio Audioviso Movimento Operaio e Democratico (Aamod). Le attività della “scuola di italiano” Asinitas Onlus sono portate avanti con il sostegno della fondazione Lettera 27 e della Tavola Valdese. Il film è stato prodotto da Marco Carsetti e Alessandro Triulzi per Asinitas Onlus e da Andrea Segre per ZaLab. Al progetto ha collaborato Mauro Morbidelli.
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