lunedì, settembre 22, 2008

di Daniela Domenici

ItaliaNotizie.it - L’Italia è ormai diventato una nazione multietnica, vista la sua posizione nel Mediterraneo ed i continui sbarchi di persone che cercano condizioni di vita migliori nel nostro Paese e, di conseguenza, si deve lentamente adeguare alla molteplicità di lingue, usi e costumi che questi nuovi arrivi portano con sé. Tra questi ci sono le pratiche religiose, che siano gli islamici con le loro preghiere cinque volte al giorno rivolti alla Mecca o il Ramadan con cui ci si deve confrontare nelle scuole o sui luoghi di lavoro, o coloro che praticano quelle che sono a tutti gli effetti mutilazioni genitali per credo religioso. La circoncisione maschile e l’infibulazione femminile sono due di queste, pratiche, per la nostra mentalità, assolutamente inconcepibili e aberranti. Dopo i recenti episodi di cronaca in cui due bambini sono morti dissanguati per un’emorragia conseguente a circoncisioni clandestine, il dottor Giuseppe Mele, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri e Francesca Martini, Sottosegretario del Ministero della Salute, hanno firmato un Protocollo d’intesa per una maggiore tutela della salute dell’infanzia. Nello specifico il medico di famiglia dovrà informarsi sull’orientamento religioso della famiglia e sulla loro intenzione di effettuare la circoncisione, dovrà avvertirli sulle possibili complicanze medico-chirurgiche dell’intervento, sconsigliare le pratiche al di fuori delle strutture sanitarie ed infine, davanti alla netta volontà dei genitori, procedere all’effettuazione della circoncisione in una struttura sanitaria adeguata. In Italia la legge n.7 del 9 gennaio 2006 ha già introdotto le misure necessarie per contrastare e reprimere le pratiche di mutilazione genitale femminile come violazioni dei diritti fondamentali all'integrità della persona e alla salute delle donne e delle bambine. Ora con questo Protocollo d’Intesa si cerca di fronteggiare anche il problema della circoncisione maschile ponendolo all’interno di strutture sanitarie con l’assistenza medica adeguata perché non si debbano più ripetere episodi di decessi infantili dovuti a circoncisione clandestina.


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