lunedì, settembre 22, 2008

Il religioso viveva in un ashram secondo il modello degli asceti indiani, predicando la pace e promuovendo il dialogo interreligioso. Ancora ignote le cause del gesto, la polizia non esclude l’ipotesi di rapina conclusasi in maniera tragica. Le esequie domani mattina alle 11.

Mumbai (AsiaNews) – In India è stato assassinato un altro prete cattolico: p. Samuel Francis (nella foto), meglio noto come Swami Astheya (il cui significato è “persona scevra da avarizia”), è stato ritrovato questa mattina nella cappella dell’ashram in cui viveva, nel villaggio di Chota Rampur. Il cadavere presentava mani legate dietro la schiena, la bocca imbavagliata da uno straccio e con ferite sulla fronte. Egli aveva circa 50 anni ed era solito indossare abiti caratteristici della tradizione indiana Sanyasin (i monaci induisti che praticano una vita ascetica); viveva in un ashram (un monastero), insegnando yoga e meditazione. Chota Rampur, villaggio che il prete cattolico aveva eletto a suo rifugio, si trova a 27 km da Dehradun, appartiene alla diocesi di Meerut - una suffraganea dell'arcidiocesi di Agra - ed è distante circa 400 km da New Delhi. Non sono ancora chiare le dinamiche dell’assassinio e il movente: la polizia non esclude possa trattarsi di un tentativo di furto conclusosi in maniera tragica, visto che l’ashram è stato saccheggiato dagli assassini prima della fuga. Insieme al prete è stato ritrovato anche il cadavere di una donna, affetta parzialmente da disturbi psichici, uccisa nel magazzino dell'ashram.

P. Davis Varayilan, professore al Samanvayan Theological College, riferisce di conoscere bene il prete ucciso e ne elogia la “generosità”, il buon cuore e l’intelligenza: “È l’ennesima tragedia per la Chiesa indiana – confessa ad AsiaNews. Spesso mandavamo i nostri seminaristi a vivere per un po' nel suo ashram; agli inizia degli anni ’80 era il responsabile per la pastorale giovanile della diocesi di Meerut”. La sua abitazione è divenuta nel tempo anche il centro privilegiato per il dialogo interreligioso, per la promozione dell’armonia e dell’unità fra le persone. “Era una persona amata e rispettata da tutti: indù, musulmani, Sikh Jains, dai poveri e dagli emarginati”.

P. Francis rappresentava in pieno lo spirito indiano, la sua cultura, il modello di vita che si rifaceva allo stile “sanyasi”, e che prevede anche l’astensione dalle carni secondo un rigido stile vegetariano. “Uccidere in questo modo brutale un uomo che ha lavorato per lo sviluppo della società – conclude p. Davis – è un crimine contro l’umanità”.

I funerali di Swami Astheya si teranno domani mattina alle 11 ora locale nel villaggio di Chota Rampur.

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