martedì, settembre 30, 2008
Mons. Agnelo Gracias, vescovo ausiliare di Bombay, analizza le verità e le menzogne dietro alle violenze contro le comunità cristiane in Orissa e in altri Stati. Le menzogne sulle conversioni forzate. Il diritto dei cristiani a evangelizzare e di ogni uomo a convertirsi. Anche perché non vi è religione più missionaria di quella indù.

Mumbai (AsiaNews) – Guardiamo da vicino i recenti attacchi contro i cristiani. Esaminiamo anzitutto le supposte ragioni per questi attacchi e quindi approfondiamo quali siano le cause reali delle violenze. E poiché le conversioni forzate sono la più comune ragione che viene espressa, in una terza parte esaminiamo proprio il tema “conversione”.

1. Le ragioni (false) degli attacchi

a) I cristiani vengono colpiti per l’uccisione di Swami Laxmanananda Saraswati, avvenuta in Orissa. Le inchieste ufficiali indicano i maoisti fra gli autori dell’assassinio. In effetti, l’esecuzione [dello Swami] è stata subito condannata dai cristiani. Personalità come il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, hanno condannato l’uccisione in una conferenza stampa. Anche la Conferenza episcopale dei vescovi cattolici ha pubblicato una dichiarazione di condanna. Lo stesso ha fatto il presidente dei vescovi dell’Orissa, mons. Thomas Thiruthalil.

In una conferenza stampa egli ha detto: “La comunità cattolica dell’Orissa è rimasta ancora una volta sconcertata in modo terribile dal brutale assassinio di Swami Laxmanananda Saraswati e di quattro suoi collaboratori… Noi, la comunità cattolica dell’Orissa, condanniamo profondamente il barbaro incidente…”.

Nonostante ciò, il Vhp (Vishwa Hindu Parishad) e il Bd (Bajrang Dal) hanno spinto le folle indù ad attaccare i cristiani. Essi volevano un pretesto per lanciare i loro attacchi.

b) I cristiani vengono attaccati per un pamphlet che disprezza l’induismo. Tale libretto sembra essere stato pubblicato dal movimento protestante New Life.

Se davvero questo libretto è circolato, si dovrebbe anzitutto investigare su chi lo ha pubblicato e punire gli autori, non usarlo come un pretesto per attaccare tutti i cristiani in modo indiscriminato. È estremamente improbabile che un gruppo cristiano abbia compiuto una simile pazza azione, in un momento come questo. Come tutti sanno, il libretto potrebbe essere anche stato pubblicato da qualche gruppo anti-cristiano, proprio per attizzare le fiamme del conflitto etnico-religioso.

Un pregiudizio molto diffuso dice che i cristiani disprezzano le altre religioni. La posizione della Chiesa cattolica su questo punto è molto chiara; il Concilio Vaticano II ha espresso con molta lucidità la posizione della Chiesa verso le altre religioni: “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini” (Nostra Aetate, n. 2). Per questo la Chiesa esorta i cattolici perché “con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi” (Ibidem).

c) I cristiani sono attaccati per le conversioni. Il Vhp e il Bd agitano in modo costante questo spettro delle conversioni. Cerchiamo di guardarlo con realismo: se ci fossero [come si dice] molte migliaia di conversioni, il numero dei cristiani sarebbe altissimo. Invece è vero l’opposto. I dati statistici mostrano un abbassamento della percentuale nella popolazione cristiana dell’India a confronto con tutta la popolazione: 2,6% nel 1971; 2,44% nel 1981; 2,32% nel 1991; 2,3% nel 2001. E il calo continua.

Conversioni forzate? La Chiesa cattolica è del tutto contraria all’uso di ogni forza. Il Concilio Vaticano II l’ha dichiarato: “La Chiesa proibisce severamente di costringere o di indurre e attirare alcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede, allo stesso modo in cui rivendica energicamente il diritto che nessuno con ingiuste vessazioni sia distolto dalla fede stessa” (Ad Gentes, n. 13). E il diritto canonico è esplicito: “Non è mai lecito ad alcuno indurre gli uomini con la costrizione ad abbracciare la fede cattolica contro la loro coscienza” (Can. 748, 2).

Conversioni attraverso lusinghe? Questa è una bugia ripetuta spesso. La Beata Madre teresa ha scritto nel 1979: “Non sminuite la religione indù dicendo che i nostri poveri indù abbandonano la loro religione per ‘un piatto di riso’. Da parte mia, non ho mai visto nulla del genere, sebbene noi nutriamo migliaia di poveri di tutte le caste e tradizioni, sebbene migliaia siano morti fra le nostre braccia, in splendida pace con Dio”.

È vero il contrario: quelli che divengono cristiani rinunciano ai benefici che il governo dà alle caste disagiate [garantiti invece agli indù – ndr], alle quote riservate per loro. Nonostante essi perdano così tanto, i dalit accettano di diventare cristiani!

Diversi Stati hanno varato leggi anti-conversione. Il primo è stato l’ Arunachal Pradesh nel 1978, il Gujarat nel 2003, il Madhya Pradesh e il Chhattisgarh in 2006 ; l’ Himachal Pradesh in 2007. Essi prevedono pesanti punizioni in caso di conversioni forzate o ottenute con lusinghe. Noi abbiamo sfidato pubblicamente i governi a portare delle prove su questi casi. Ma fino ad oggi, non un singolo caso di conversione simile è stato messo in luce.

Il fatto che i governi non siano in grado di evidenziare alcun caso, è un segno che questa accusa è solo una bugia. Il fatto stesso che gli indù stravedono per portare i loro figli alle nostre scuole per ricevere l’educazione è un segno che essi non sono per nulla preoccupati dalle conversioni. [Se quell’accusa fosse vera] essi dovrebbero essere preoccupati perché noi potremmo influenzare le tenere menti dei loro figli. E invece succede il contrario: essi ci supplicano che noi li ammettiamo nelle nostre scuole!

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