venerdì, settembre 26, 2008
Distrutta una croce di ferro che era stata eretta nel giardino della ex delegazione apostolica. I redentoristi chiedono il rispetto della legge. Commissione Usa per la libertà religiosa chiede al Dipartimento di Stato di rimettere Hanoi tra i Paesi che la violano più gravemente.

Hanoi (AsiaNews) – Nuovo attacco, ieri pomeriggio, contro i fedeli di Hanoi in preghiera davanti al complesso della ex delegazione apostolica. Questa volta, però, i picchiatori di regime sono arrivati fino alla porta dell’arcivescovado gridando slogan nei quali chiedono la testa di mons. Ngo Quang Kiet. Nel raid è stata distrutta una croce di ferro che era stata innalzata nel terreno e portata via una statua della Pietà che era nell’edificio già prima che le autorità comunali si impadronissero del complesso, nel 1959.
I picchiatori (nella foto, con le tute blu) sono arrivati alle 16. Seguendo una scenografia da sempre cara agli stalinisti, i bus statali hanno portato insieme a loro membri delle associazioni comuniste, giovani, veterani. Persone che, come ha detto un agente, rappresentavano “la rabbia del popolo” contro i cattolici ed in particolare dell’arcivescovo. Nguyen The Thao, presidente del Comitato popolare (il municipio) della capitale li ha infatti definiti “un pericolo” e ha chiesto di “difendere lo Stato”.

Arrivati sul posto, gli attori di questa drammatica commedia si sono lanciati contro i cattolici riuniti in preghiera e poi si sono diretti verso la vicina sede dell’arcivescovado, gridando slogan contro l’arcivescovo e inneggianti al comunismo. Sacerdoti e impiegati hanno chiuso tutte le porte. La polizia, presente in forze, stava a guardare. Alcuni agenti hanno anche dato una mano a distruggere la croce di ferro eretta a gennaio nel giardino delle ex delegazione ed a caricare su un camion la statua della Pietà, che era nell’edificio.

Alcuni cattolici si sono rifugiati nella cattedrale di San Giuseppe ed hanno cominciato a suonare le campane, per chiamare in soccorso i fedeli delle parrocchie vicine. A quel punto, la polizia ha detto ai picchiatori di andar via, per evitare lo scontro con quanti stavano accorrendo.

Sul piano legale, va invece registrato che mercoledì il redentorista padre Nguyen The Hien è andato alla sede del Comitato popolare per chiedere il rispetto delle leggi. “In base alla normativa attuale – egli ha detto – si possono fare tre ricorsi contro le decisioni delle autorità. Dopo di che, se le nostre petizioni vengono respinte, possiamo portare la controversia in tribunale. Perché allora avete annunciato la decisione di trasformare il complesso in un parco, quando è stato respinto il primo ricorso e noi possiamo ancora procedere legalmente?”.

Dagli Stati Uniti, intanto, arriva la notizia che la Commission on International Religious Freedom, che tutela la libertà religiosa, ha chiesto al Dipartimento di Stato di tornare a mettere il Vietnam tra i peggiori violatori di tale diritto ed al governo di Hanoi di “liberare immediatamente” gli attivisti per i diritti umani ed i fedeli cattolici ingiustamente imprigionati.

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