Agenzia Misna - Un minuto di silenzio e una montagna di fiori che continua a crescere di ora in ora: è il segno più evidente lasciato dal corteo organizzato dal Coordinamento dei collettivi studenteschi per ricordare Abdul William Guibre ‘Abba’, il ragazzo originario del Burkina Faso ucciso domenica scorsa a sprangate a Milano. Davanti al bar ‘Shining’, luogo dell’omicidio nei dintorni della stazione centrale, gli studenti hanno anche lasciato una scritta: “Abba vive. Stop razzismo”. Durante il corteo ci sono stati attimi di tensione con la polizia municipale intervenuta in alcuni casi per calmare gli animi dei circa 300 partecipanti. Una dimostrazione di piazza seguita a quelle dei giorni scorsi che quasi spontaneamente stanno accompagnando l’iter processuale che vede sul banco degli accusati i due proprietari – padre e figlio - del bar Fausto e Daniele Cristofoli. Il corteo di oggi, partito in mattinata da Largo Cairoli ha lasciato dietro di sé scritte di vario tipo come ‘Abba vive’ e si è concluso dopo qualche ora alla stazione centrale con gli studenti che intonavano cori di saluto dedicati alla vittima e indossavano magliette con la foto di Abba stampata sopra. Intanto, mentre si attende l’esito dell’autopsia e le immagini di tre telecamere che hanno ripreso la scena dell’omicidio, la famiglia Guibre è tornata a parlare rispondendo alle parole di Tina Cristofori, moglie e madre dei due fermati: “Noi non accettiamo la richiesta di comprensione, fino a che la signora non ci spiegherà perché ha detto, subito dopo il fatto, che lei è al cento per cento razzista” ha detto la sorella di Abba. La stessa, intervenuta al corteo, ha poi chiesto a eventuali testimoni di farsi avanti e salutando i partecipanti ha aggiunto: “Dobbiamo combattere ancora perché non succeda più, perché l’Italia è troppo indietro”.
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