mercoledì, ottobre 08, 2008
Migliorano le performance di gran parte dei paesi subsahariani, soprattutto in materia di diritti umani e partecipazione della società civile. Al primo posto le isole Mauritius con 85,1 punti su 100, sempre peggio la situazione nel corno d’Africa.

Nigrizia.it - Quasi assente dalle pagine internazionali dei quotidiani, la conferenza stampa organizzata il 6 ottobre ad Addis Abeba, in Etiopia, dalla Fondazione Mo Ibrahim ha annunciato delle ottime notizie per l’Africa sub-saharaiana. I dati del rapporto annuale, che analizza lo stato di salute della governance, mostrano infatti che 31 paesi sui 48 considerati hanno migliorato la loro posizione rispetto agli anni 2005-2006, in particolare per quanto riguarda i diritti umani e la partecipazione della società civile.

L’indice Ibrahim, sulla base del quale già lo scorso anno si costruisce la classifica, è stato creato in collaborazione con la Scuola Kennedy dell’Università di Harvard per valutare la governance in Africa, quantificando realtà complesse e interdipendenti prese in considerazione attraverso ben 57 indicatori. Questi dati sono raggruppabili in cinque ambiti principali: sicurezza, sviluppo umano ed economico, partecipazione e diritti umani, applicazione della legge, trasparenza e lotta alla corruzione.

La classifica conferma il deterioramento della situazione politica nel corno d’Africa, la sola regione in cui si registra un calo della media degli indici rispetto ai dati del 2007. Pessimi i risultati della Somalia, all’ultimo posto con un indice di 18,9 punti su 100. Peggiora anche l’Etiopia, al 31° posto, soprattutto a causa delle violazioni dei diritti dell’uomo e delle tensioni con l’Eritrea, che si colloca invece al 41°. Anche negli altri paesi che occupano le ultime posizioni sono in corso conflitti legati alla presenza di gruppi armati ribelli: Repubblica democratica del Congo, Ciad e Sudan. Al contrario i miglioramenti più significativi si sono avuti in Liberia, paese che ha guadagnato ben 10,4 punti e che occupa oggi il 38° posto della classifica. Ai vertici si collocano le Mauritius, con 85,1 punti, seguite da Seychelles, Capo Verde, Botswana e Sudafrica al 5° posto.

L’indice Ibrahim rientra in un progetto più ampio e ambizioso, nato dalla volontà dell’imprenditore sudanese Mo Ibrahim, proprietario della Celtel, che nel 2006 ha deciso di investire in una fondazione che stimoli il dibattito relativo alla buona governance, fornendo criteri oggettivi che permettano ai cittadini di chiedere i conti ai loro governi e riconoscendo gli sforzi dei dirigenti africani che hanno agito in questo senso. A loro è viene attribuito un premio di 5 milioni di dollari, vinto lo scorso anno da Joaquim Chissano, ex-presidente del Mozambico. Il prossimo vincitore sarà annunciato il 20 ottobre. Il progetto vanta l’appoggio di grandi leader africani e non solo, della portata di Kofi Annan, Alpha Omar Konaré, Nelson Mandela, Amartya Sen e il direttore generale dell’Aiea El Baradei, che dal 30 settembre fa parte della commissione incaricata di attribuire il premio.

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