venerdì, ottobre 03, 2008
RadioVaticana - Nell’ultimo rapporto di Medici senza Frontiere, l’organizzazione ha illustrato il lavoro svolto in Sierra Leone, Ciad e Mali, dimostrando come migliaia di persone potrebbero essere salvate dalla malaria attraverso cure semplici. Il direttore di MSF Italia Kostas Moschochoritis ha affermato che sono disponibili più fondi per combattere la malattia, “i nuovi e più efficaci farmaci cominciano ad arrivare sugli scaffali dei centri sanitari dei Paesi in via di sviluppo, e che esistono test diagnostici rapidi che possono confermare la diagnosi in quindici minuti”. Allo stesso tempo però lancia l’allarme per la mancanza di trattamenti adeguati soprattutto nei riguardi dei bambini.
Come scrive il Sir, in gran parte dell'Africa sub-sahariana, la gente non si reca nelle strutture sanitarie perché troppo costose o troppo lontane. In Sierra Leone, ad esempio, solo il 12% dei bambini, sospettati di aver contratto la malaria, riceve un trattamento efficace dai servizi sanitari. Una seconda barriera, sottolinea MSF, è così rappresentata dal carattere geografico della zona; alcune comunità rurali infatti sono molto lontane dalle strutture sanitarie e rimangono isolate durante la stagione delle piogge. In Mali, unendo l’accesso gratuito alle cure a livello centrale al servizio offerto nelle comunità geograficamente isolate, il progetto di MSF è riuscito a triplicare il numero dei casi di malaria trattati nel corso di un anno.

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Anonimo ha detto...

what happened to the other one?

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