venerdì, ottobre 17, 2008
Il Brasile è impegnato a diffondere le sue strategie per la lotta all’Aids, che scavalcano le industrie farmaceutiche e prevedono la distribuzione gratuita delle terapie. A breve anche in Mozambico.

Nigrizia.it - Il presidente Lula da Silva è oggi a Maputo, capitale del Mozambico. Obiettivo della visita: rafforzare le relazioni bilaterali firmare una serie di accordi con il presidente Armando Guebuza in materia di energia, ma anche in ambito medico.
Come ha svelato il Ministro degli Esteri mozambicano Oldemiro Baloi, Lula presenterà un piano per la costruzione di una fabbrica di farmaci antiretrovirali, che sarà operativa a Maputo entro la fine del 2009. All’investimento brasiliano di 23 milioni di dollari, si aggiungeranno anche aiuti dall’India, impegnata in un braccio di ferro con le case farmaceutiche per ottenere una riduzione del prezzo dei farmaci. Verranno inoltre formati tecnici locali, mentre il laboratorio Farmanquinhos della Fondazione Oswaldo Cruz creerà a Maputo una sua sede per l’Africa. Farmaquinhos si occupa infatti della produzione e della distribuzione gratuita dei farmaci antiretrovirali per più di 200.000 malati di aids in Brasile, e collabora da tempo con il Ministero della Sanità brasiliano.

Un progetto di ampia portata, quindi, che mira a diffondere anche in Africa le strategie brasiliane per diffondere le terapie ai sieropositivi. In Mozambico la diffusione della malattia è particolarmente alta: nel 2007 il 12,5% degli adulti (15-49 anni) era affetto da Hiv, di questi il 58% sono donne. L’impatto sui bambini (139 mila sono nati malati di Aids negli ultimi sei mesi) è quindi enorme e continua a preoccupare l’Unicef, che denuncia le poche cure dispensate alle donne incinte.

Lula sembra deciso ad esportare in Africa le strategie per rimettere la vita umana al di sopra del valore di un brevetto. Dal 2005 il Brasile viola le regole sui brevetti degli anti-retrovirali. Infatti la composizione di qualunque farmaco fa parte delle proprietà intellettuali protette da accordi internazionali che garantiscono il pagamento di diritti ai detentori dei brevetti, ovvero alle multinazionali che li producono e commercializzano. La Dichiarazione di Doha dell’Organizzazione Mondiale del Commercio prevede però delle deroghe (di cui si è appunto avvalso il Brasile): gli accordi globali non devono sovrapporsi agli interessi di salute pubblica, e a emergenze sanitarie, che l’Aids in effetti rappresenta.

La speranza è che si rompa il circuito del monopolio della proprietà, copiando i farmaci anti-retrovirali e commercializzandoli ad un prezzo giusto. Grandi sarebbero i progressi nella lotta all’Aids se, come succederà in Mozambico, ogni paese riuscisse a produrre autonomamente le terapie.

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