venerdì, ottobre 10, 2008
Premiato l'ex presidente finlandese, mediatore in Kosovo e Aceh. Paradossalmente, riceve il premio dopo il suo più grande fallimento.

PeaceReporter - Erano tre anni che Martti Ahtisaari veniva dato tra i papabili vincitori del premio Nobel per la pace. Alla fine l'ex presidente finlandese, mediatore dei negoziati di pace nella provincia indonesiana di Aceh e delle trattative per lo status del Kosovo, è stato insignito dell'ambito riconoscimento nell'anno in cui il favorito non era più lui. Il comitato del Nobel di Oslo ha deciso di premiare il 71enne Ahtisaari “per i suoi importanti sforzi, in diversi continenti e per oltre un trentennio, per risolvere i conflitti internazionali”. Una vita dietro le quinte, al tavolo delle trattative, paradossalmente coronata dal più prestigioso riconoscimento individuale dopo un fallimento, quello della mediazione sul Kosovo.

Presidente della Finlandia dal 1994 al 2000, a coronamento di una carriera diplomatica e politica iniziata a fine anni Sessanta, dal novembre 2005 Ahtisaari è stato l'inviato speciale delle Nazioni Unite nei negoziati per lo status della provincia serba a maggioranza albanese, che dal 1999 era amministrata dall'Onu. Il diplomatico finlandese - che aveva già partecipato alle trattative tra Nato e Yugoslavia durante i bombardamenti - ha lavorato per anni dal suo ufficio di Vienna per mediare tra serbi e kosovari, proponendo infine un piano di indipendenza del Kosovo approvato anche dalla Serbia e dalla Russia. Ma l'opposizione di Belgrado e il prolungarsi dei negoziati hanno pian piano indebolito il suo piano, alla fine rimasto sulla carta. Nel 2007, mentre Unione Europea, Stati Uniti e Russia si accordarono per rilanciare i negoziati sotto nuova forma, Ahtisaari disse che considerava conclusa la sua missione. Nel febbraio di quest'anno, infine, i leader kosovari hanno dichiarato l'indipendenza unilateralmente, ottenendo il riconoscimento solo di parte della comunità internazionale - gli Stati Uniti e la maggioranza dei paesi dell'Unione Europea, ma non la Russia.

Molto meglio era andata nelle trattative per terminare la guerra in Aceh, la provincia indonesiana più occidentale dell'arcipelago, dove un movimento ribelle combatteva da trent'anni per l'indipendenza da Jakarta. Grazie agli sforzi di Ahtisaari, guerriglieri e governo hanno trovato un accordo per una maggiore autonomia della regione e una più equa distribuzione dei profitti delle risorse naturali, ponendo fine a un conflitto costato circa 15.000 morti.

L'annuncio della decisione da parte del comitato Nobel di OsloNelle prime dichiarazioni dopo aver appreso di aver vinto, dicendosi “soddisfatto e grato” per il riconoscimento, Ahtisaari ha menzionato l'indipendenza della Namibia come il risultato più importante della sua carriera. Sul suo operato da commissario Onu nel paese africano, alla fine degli anni Ottanta, rimangono però alcune pagine poco chiare. Dopo il ritrovamento di fosse comuni risalenti al 1989-90, Ahtisaari è stato criticato per l'impotenza o la scarsa volontà di indagare sui combattimenti tra milizie speciali sudafricane e combattenti indipendentisti namibiani.

La scelta di Ahtisaari è una sorpresa, perché stavolta i pronostici erano tutti per un Nobel assegnato a un dissidente cinese. Il ragionamento era: nell'anno delle Olimpiadi di Pechino, il comitato avrebbe voluto ricordare che in Cina i diritti umani continuano a essere calpestati, premiando uno degli attivisti finiti in carcere. In particolare, si guardava a Hu Jia, condannato per le sue campagne per i diritti civili, la protezione dell'ambiente e i contagi di Aids per le trasfusioni di sangue infetto. Anche l'avvocato per i diritti umani Gao Zhisheng era dato come uno dei favoriti. Ma le decisioni del comitato di cinque membri, che mantengono un riserbo esemplare fino all'annuncio della decisione, negli ultimi anni hanno sempre sfidato ogni pronostico. Soprattutto, criticano alcuni osservatori, hanno evitato prese di posizione politicamente scomode. Così quest'anno, lontano dai riflettori com'è nel suo stile, alla fine l'ha spuntata Ahtisaari. L'ex presidente finlandese ritirerà il premio a dicembre, compreso un assegno da 10 milioni di corone svedesi (poco più di un milione di euro), che ha già detto di voler impiegare per finanziare il suo Crisis Management Institute (Cmi), impegnato della mediazione dei conflitti.

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