sabato, ottobre 18, 2008
Quasi un miliardo di persone nel mondo soffre la fame, 100 milioni i nuovi poveri nel 2008 a causa della crisi dei prezzi degli alimentari e quella finanziaria. Ma la comunità internazionale è sorda agli appelli dei paesi più poveri e delle società civili.

Nigrizia.it - Oggi sono più di 925 milioni gli affamati nel mondo, 77 milioni in più rispetto allo scorso anno, prima che scoppiasse la crisi alimentare mondiale. E' quanto reso noto dal relatore speciale dell’Onu sul diritto all’alimentazione, Olivier De Schutter, in un comunicato diffuso giovedì in occasione della Giornata mondiale per l'Alimentazione. Secondo le precisazioni del relatore del Palazzo di vetro, i rincari dei generi alimentari registrati tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 hanno fatto precipitare in condizioni di estrema povertà altri 100 milioni di persone; per questo gli Stati devono impegnarsi a garantire l’accesso ai beni alimentari e a tutelare in particolare i piccoli agricoltori e i poveri che vivono nelle aree metropolitane.

Siamo quindi giunti a sfiorare il miliardo di persone costrette a vivere sotto il livello di sussistenza. In appena un biennio si è compiuto il maggior aumento in questo senso mai verificato, nonostante il mondo diventa più ricco e produce più cibo di quanto ne abbia prodotto nell’ultimo decennio. Tale meccanismo, oltre a sconvolgere il rapporto tra risorse e popolazione, favorisce nello stesso tempo precise differenziazioni e discriminazioni sociali e ambientali. I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, secondo la logica di un capitalismo reale e spietato. La stima dell’agenzia dell’Onu parla di un aumento di 24 milioni di persone nell’Africa subsahariana, di 41 milioni in Asia e nel’area del Pacifico, di 6 milioni in America latina e nei Caraibi e di 4 milioni nel vicino Oriente e nell’Africa settentrionale.

Senza contare che i prezzi con ogni probabilità continueranno a salire. L’effetto degli aumenti dei prezzi dei cereali nel 2008 sarà dirompente, soprattutto nei paesi poveri e in quelli in via di sviluppo dove, secondo le ultime stime della Fondo Onu per l’agricoltura, si trovano 907 dei 923 milioni di persone che soffrono la fame. Da parte sua, l’economista Kostas Stamoulis, fa notare che ridurre il numero degli affamati di 500 milioni, entro il 2015, deve essere il primo degli otto obiettivi del millennio dichiarati nel 2000 dall'Onu.
Date le premesse non dovrebbe stupire che mentre alla Fao a Roma si celebrava la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, come segno di protesta per le politiche internazionali che affamano milioni di contadini familiari e di piccoli produttori in tutto il mondo, la People’s Coalition on Food Sovereignty, insieme a 22 ong e movimenti di 16 paesi del mondo, celebrava il Foodless Day, una giornata senza cibo per far arrivare alle istituzioni una forte e univoca richiesta: risolvere alle radici il problema del cibo.



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