domenica, dicembre 28, 2008
Benedetto XVI ha anche inviato un Messaggio in spagnolo a migliaia di persone radunate a Madrid per la difesa della famiglia. L'incontro mondiale delle famiglie a Città del Messico.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Benedetto XVI ha chiesto a palestinesi e israeliani un “sussulto di umanità” per la “fine della violenza” e un “ripristino della tregua nella striscia di Gaza”, che terminata lo scorso 19 dicembre, ha aperto a nuovi attacchi di razzi e mortai palestinesi sul Negev israeliano e raid aerei israeliani che solo ieri hanno fatto almeno 200 morti. Il papa ha anche chiesto alla comunità internazionale di “non lasciare nulla di intentato per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire da questo vicolo cieco e a non rassegnarsi alla logica perversa dello scontro e della violenza, ma a privilegiare invece la via del dialogo e del negoziato”.

In un’aggiunta all’ultimo momento sul testo preparato per l’Angelus di oggi, il pontefice ha detto: “Cari fratelli e sorelle, la Terrasanta, che nei giorni natalizi è al centro dei pensieri e degli affetti dei fedeli di ogni parte del mondo, è nuovamente sconvolta da uno scoppio di inaudita violenza. Sono profondamente addolorato per i morti, i feriti, i danni materiali, le sofferenze e le lacrime delle popolazioni vittime di questo tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie. La patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue, che si ripete senza fine! Imploro la fine di quella violenza, che è da condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua nella striscia di Gaza; chiedo un sussulto di umanità e di saggezza in tutti quelli che hanno responsabilità nella situazione, domando alla comunità internazionale di non lasciare nulla di intentato per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire da questo vicolo cieco e a non rassegnarsi – come dicevo due giorni fa nel messaggio Urbi et Orbi – alla logica perversa dello scontro e della violenza, ma a privilegiare invece la via del dialogo e del negoziato. Affidiamo a Gesù, Principe della Pace, la nostra fervida preghiera per queste intenzioni e a Lui, a Maria e Giuseppe, diciamo: ‘O famiglia di Nazareth, esperta del soffrire, dona al mondo la pace’. Donala oggi soprattutto alla Terrasanta!”.

In precedenza, Benedetto XVI aveva dedicato la sua riflessione prima della preghiera mariana alla festa di oggi, la Sacra Famiglia, una delle celebrazioni del periodo natalizio. Con un messaggio speciale per migliaia di famiglie riunite a Madrid a difesa dell’istituto familiare, egli ha sottolineato che “La famiglia è certamente una grazia di Dio, che lascia trasparire ciò che Egli stesso è: Amore. Un amore pienamente gratuito, che sostiene la fedeltà senza limiti, persino nei momenti di difficoltà o di abbattimento”.

In Spagna la Chiesa cattolica è impegnata da tempo in una lotta a difesa della famiglia naturale, contro la mentalità laicista e liberal diffusa anche dal governo spagnolo. Rivolgendosi in spagnolo ai gruppi radunati a Madrid, il pontefice ha aggiunto: “Care famiglie, non lasciate che l’amore, l’apertura alla vita e i vincoli incomparabili che uniscono il vostro focolare si indeboliscano. Domandatelo costantemente al Signore, pregate uniti, affinché i vostri propositi siano illuminati dalla fede e corroborati dalla grazia divina sulla via verso la santità. In tal modo, con la gioia del vostro condividere tutto nell’amore, darete al mondo una bella testimonianza di quanto sia importante la famiglia per la persona umana e per la società. Il Papa sta al vostro fianco, pregando specialmente il Signore per quanti in ogni famiglia hanno maggiori necessità di salute, lavoro, conforto e compagnia. In questa preghiera dell’Angelus, vi affido tutti alla nostra Madre del cielo, la Santissima Vergine Maria”.

“Natale - ha detto ancora il papa - è per eccellenza la festa della famiglia. Lo dimostrano tante tradizioni e consuetudini sociali, specialmente l’usanza di riunirsi insieme, in famiglia appunto, per i pasti festivi e per gli auguri e lo scambio dei doni; e, come non rilevare che in queste circostanze, il disagio e il dolore causati da certe ferite familiari vengono amplificati? Gesù ha voluto nascere e crescere in una famiglia umana; ha avuto la Vergine Maria come mamma e Giuseppe che gli ha fatto da padre; essi l’hanno allevato ed educato con immenso amore. La famiglia di Gesù merita davvero il titolo di "santa", perché è tutta presa dal desiderio di adempiere la volontà di Dio, incarnata nell’adorabile presenza di Gesù. Da una parte, è una famiglia come tutte e, in quanto tale, è modello di amore coniugale, di collaborazione, di sacrificio, di affidamento alla divina Provvidenza, di laboriosità e di solidarietà, insomma, di tutti quei valori che la famiglia custodisce e promuove, contribuendo in modo primario a formare il tessuto di ogni società. Al tempo stesso, però, la Famiglia di Nazaret è unica, diversa da tutte, per la sua singolare vocazione legata alla missione del Figlio di Dio. Proprio con questa sua unicità essa addita ad ogni famiglia, e in primo luogo alle famiglie cristiane, l’orizzonte di Dio, il primato dolce ed esigente della sua volontà, la prospettiva del Cielo al quale siamo destinati. Per tutto questo oggi rendiamo grazie a Dio, ma anche alla Vergine Maria e a San Giuseppe, che con tanta fede e disponibilità hanno cooperato al disegno di salvezza del Signore”.

Il pontefice ha pure ricordato che dal 14 al 18 gennaio 2009, avrà luogo a Città del Messico il VI Incontro Mondiale delle Famiglie, un appuntamento a cura del Pontificio Consiglio per la famiglia, che quest’anno avrà come tema “La famiglia, formatrice ai valori umani e cristiani”. “Preghiamo sin d’ora – ha concluso il pontefice - per questo importante evento ecclesiale, e affidiamo al Signore ogni famiglia, specialmente quelle più provate dalle difficoltà della vita e dalle piaghe dell’incomprensione e della divisione. Il Redentore, nato a Betlemme, doni a tutte la serenità e la forza di camminare unite nella via del bene”.

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