giovedì, dicembre 18, 2008
Cuba rientra nel Gruppo del Rio dopo quasi mezzo secolo. Soddisfazione di Raul Castro e dei presidenti dei Paesi latinoamericani. Il neo presidente Usa Barack Obama dovrà rivedere i rapporti con il continente e soprattutto con l'Havana, da quattro decenni sottoposta a bloqueo per volontà di Washington.

PeaceReporter - Cuba è ufficialmente da ieri un nuovo membro del Gruppo del Rio, organizzazione politica latinoamerica nata nel 1986 allo scopo di risolvere i conflitti nella regione e dare impulso alla democrazia nel continente. "E' un privilegio dare il benvenuto a Cuba come membro del Gruppo del Rio. La presenza di questo paese che consideriamo fratello sarà molto preziosa per la costruzione di un destino comune con valori condivisi" ha detto Felipe Calderon, presidente colombiano e momentaneo coordinatore del Gruppo del Rio. "Per Cuba è un momento d'importanza storica" ha detto Raul Castro, presidente di Cuba, presente a Costa do Sauipe, località che sta ospitando la cumbre. E non sono mancati i ringraziamenti verso quei paesi che hanno dato il loro assenso all'ingresso dell'isola nel gruppo. E' la prima volta che Cuba entra in un gruppo di integrazione continentale da quando nel 1962 fu espulsa dall'Organizzazione degli Stati Americani (Oea). E proprio in merito all'Oea Castro è stato perentorio: "E' una sigla che deve scomparire". L'ingresso nel Gruppo del Rio dell'Havana, inoltre, è stata una delle poche cose su cui tutti i presidenti presenti si sono trovati d'accordo.

Il segnale. L'Havana nel gruppo del Rio è inequivocabilmente un segnale forte, unico, che fino a cinque anni fa sembrava impensabile. Il potere di prendere questa decisione è la dimostrazione della ormai consolidata indipendenza dei paesi del continente dagli Usa, che per l'intero Novecento hanno sponsorizzato, difeso, aiutato e spesso fomentato le dittature militari nella zona. Non solo. Lo strapotere economico finanziario di Washington legato alle più potenti lobby mondiali ha fatto in modo che un solo presidente decidesse di imporre un bloqueo a una nazione, compromettendo per decenni la crescita e lo sviluppo di intere generazioni. Da oggi l'isola di Cuba non è più così isolata.

E' stato proprio Raul Castro davanti ai microfoni di alcune emittenti televisive presenti alla cumbre a spiegare la sua disponibilità al dialogo con Washington. "Se il Sig. Barack Obama vuole iniziare a discutere lo faremo. Se non vuole non lo faremo. Arrivati a questo punto, però, è molto difficile mantenere Cuba così isolata. Anche Washington se deve rendere conto che il mondo intero si è rivoltato contro il bloqueo. L'Onu tutti gli anni vota a favore di Cuba e contro l'imposizione dell'embrago su cui votano a favore solo Usa e Israele. E' ora di dire basta a situazioni di questo tipo dove il forte vuole imporre la propria volontà al più piccolo. Noi saremo pure piccoli ma abbiamo dimostrato ampiamente che non è così facile dominarci. Noi lavoreremo per la pace, lo sviluppo e la comprensione fra popoli ".

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