martedì, dicembre 23, 2008
Respinta l'azione legale dei genitori dei bambini uccisi nelle scuole crollate del Sichuan. Pechino non vuole discussioni sulle colpe.

PeaceReporter - Ci avevano provato. Per i loro figli uccisi dal crollo della scuola durante il terremoto del Sichuan, una sessantina di genitori avevano sperato nella via della giustizia, facendo causa alle amministrazioni locali e alla ditta di costruzioni. Era il primo caso giudiziario del genere, in Cina: un ulteriore segnale dei fermenti della società civile cinese contro l'autoritarismo statale. Ma il tribunale, dopo diversi avvertimenti in tal senso, ha respinto l'azione legale.

Un gruppo di genitori di bambini uccisi nel SichuanNella catastrofe del Sichuan dello scorso maggio, che ha causato 88.000 morti (tra cui 10.000 bambini), la tragedia dei piccoli alunni uccisi aveva commosso il mondo ma provocato rabbia in Cina. In molte città colpite dal sisma le scuole crollarono su se stesse (il Partito ha ammesso che 7.000 classi sono andate distrutte), tanto da essere soprannominate "scuole tofu"; gli edifici delle amministrazioni locali, a volte distanti anche solo poche decine di metri, rimasero invece miracolosamente in piedi. Era chiaro che gli istituti scolastici erano stati costruiti con materiale più scadente: da lì la rabbia di migliaia di genitori, che inscenarono manifestazioni di piazza in protesta col governo. Alcuni di loro furono anche arrestati e detenuti per brevi periodi.

Durante l'estate, Pechino si rese conto che la faccenda era potenzialmente esplosiva. Così, a inizio autunno offrì a centinaia di genitori un risarcimento di 6.200 euro a famiglia con aggiunta di pensioni più ricche. Ma a una condizione: che i genitori dei bambini uccisi dal terremoto rifiutassero di fare causa, e tacessero per sempre. Non era un'offerta facile da rifiutare, anche perché formulata tra pressioni e minacce di varie entità. Molte famiglie accettarono. Dissero di sì anche buona parte dei 57 genitori che poi hanno invece cambiato idea, chiedendo un risarcimento di 13.500 euro a bambino, e soprattutto una scusa ufficiale del governo.

Un genitore raccoglie gli zaini dei bambini uccisi all'esterno di una scuola del Sichuan distrutta dal sismaMa risarcimento e scuse potrebbero non arrivare mai. Un giudice locale ha detto alle famiglie coinvolte che da Pechino è arrivato un memorandum interno, con l'imposizione di respingere qualsiasi azione legale. Un genitore ha inoltre rivelato che, domenica scorsa, un funzionario del partito ha arrestato uno dei firmatari della causa, avvertendolo di non parlare più con i media stranieri: chi avesse disobbedito avrebbe potuto essere accusato di tradimento.

L'unica concessione delle autorità è giunta da una commissione indipendente incaricata di indagare sul disastro. Lo scorso settembre, un membro di tale organo ha ammesso che il boom economico aveva probabilmente portato a costruzioni frettolose di diversi istituti scolastici: in particolare, oltre 1.000 di questi erano stati innalzati con materiali scadenti, o lungo le faglie sismiche.

Una magra consolazione per migliaia di genitori. Ma sarà difficile ottenere scuse anche per le famiglie delle migliaia di bambini intossicati dal latte in polvere contaminato con la melamina, quattro dei quali sono morti. La loro causa è stata respinta già in autunno, quando è emerso lo scandalo. E qualche giorno fa, Pechino ha rivelato di considerare l'ipotesi di un'altra offerta di risarcimento. Con le stesse clausole applicate alle famiglie dei piccoli alunni del Sichuan.

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