Radio Vaticana - Prosegue la mobilitazione in favore di Eluana Englaro, la donna da 17 anni in stato vegetativo permanente. Oltre cento detenuti del carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, vicino Pordenone, la zona della famiglia Englaro, hanno pregato per il rispetto di ogni vita, da quella di Eluana a quelle di tanti che vivono la stessa condizione di sofferenza. Il vescovo di Concordia-Pordenone mons. Ovidio Poletti – riferisce Avvenire – ha colto l’occasione della posa della prima pietra della casa “Madre della vita” per ragazze in difficoltà intenzionate a portare a termine la gravidanza, per sottolineare “l’ostinazione con cui si vuole arrivare ad una determinata conclusione” per la vicenda Englaro. Pur ribadendo “il pieno rispetto della dignità della persona” e la sofferenza e il travaglio della famiglia di Eluana, ha espresso il dubbio che l’interesse per questa vicenda sia dettato da “un progetto di carattere politico-legislativo di testamento biologico”. Il presule si è poi domandato “se siamo davvero preoccupati della sofferenza di questa persona o se ‘il caso’ viene strumentalizzato in funzione di altro”. (B.C.)
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