Eco51.it - Nell’ambito dell’ultimo appuntamento annuale del GECF (Gas Exporting Countries Forum) - il 7mo, dal primo di Teheran nel 2001 - questa volta ospitato a Mosca, i 15 paesi maggiori produttori ed esportatori mondiali di gas naturale hanno costituito formalmente una nuova organizzazione con segretariato permanente a Doha, capitale del Qatar. La firma del trattato comune sembra un’intesa strategica per regolare l’economia del gas, dato che complessivamente il GECF - fra i quali, Russia, Iran, Qatar, Venezuela e Algeria - ne controlla più del 70% delle riserve e del 40% della produzione totale.
I paesi membri hanno deciso di rappresentare, tutelare e promuovere gli interessi reciproci per la salvaguardia della stabilità e della sicurezza energetica globale della materia prima più importante a livello mondiale, seconda soltanto al petrolio. Definiranno, coordineranno, programmeranno le politiche di estrazione e le strategie di commercializzazione per equilibrare questo tipo di mercato energetico, a basse emissioni di gas serra, dal crescente ruolo economico ed ambientale.
Questo gruppo ha le caratteristiche di un nascente cartello del gas, sottolineano gli analisti internazionali accostandolo all’OPEC (Organization of Petroleum Exporting Countries) del petrolio greggio. All’organizzazione, fondata nel 1960 da 5 paesi, attualmente composta dai 12 membri esportatori, collettivamente detentori di più di due terzi delle riserve petrolifere esistenti, appartengono la maggior parte degli stessi membri del GECF. Le nazioni non aderenti all’alleanza del gas, come gli Stati Uniti e l’Unione Europea, considerano le impennate dei prezzi decise dalle vendite senza libero mercato minacciose a lungo termine per il mondo energetico non rinnovabile. La miscela di idrocarburi è infatti largamente utilizzata come fonte energetica quasi ecologica, priva di impurità, tossicità e residui di combustione.
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Alcuni componenti del Forum negano l’intenzione di monopolizzare il controllo produttivo e distributivo della fornitura energetica primaria più pulita sul modello dell’OPEC, invece il ministro dell’Energia del Venezuela, Rafael Ramirez, ne sostiene i principi costitutivi, e il Primo ministro russo, Vladimir Putin, rincara: “l’era del gas a poco prezzo sta finendo”. Dalla Russia - la prima sul pianeta per le riserve, la produzione di gas naturale e l’esportazione di petrolio - il Premier spiega la “sentenza”. Calano i prezzi delle risorse energetiche, ma i settori del gas naturale e petrolifero sono stati colpiti dalla crisi finanziaria ed economica. Il prezzo del greggio “praticamente diviso per quattro” negli ultimi mesi ha innalzato i costi per esplorare, produrre e trasportare il gas.
Anche se il “prezzo del gas è sempre legato a quello del petrolio”, ricorda il ministro dell’Energia del Qatar, Abdullah Bin Hamad Al Attiyah, il Forum dovrà invece cercare di staccare l’uno dall’altro proprio per evitare il pericolo della svalutazione.
I paesi membri hanno deciso di rappresentare, tutelare e promuovere gli interessi reciproci per la salvaguardia della stabilità e della sicurezza energetica globale della materia prima più importante a livello mondiale, seconda soltanto al petrolio. Definiranno, coordineranno, programmeranno le politiche di estrazione e le strategie di commercializzazione per equilibrare questo tipo di mercato energetico, a basse emissioni di gas serra, dal crescente ruolo economico ed ambientale.
Questo gruppo ha le caratteristiche di un nascente cartello del gas, sottolineano gli analisti internazionali accostandolo all’OPEC (Organization of Petroleum Exporting Countries) del petrolio greggio. All’organizzazione, fondata nel 1960 da 5 paesi, attualmente composta dai 12 membri esportatori, collettivamente detentori di più di due terzi delle riserve petrolifere esistenti, appartengono la maggior parte degli stessi membri del GECF. Le nazioni non aderenti all’alleanza del gas, come gli Stati Uniti e l’Unione Europea, considerano le impennate dei prezzi decise dalle vendite senza libero mercato minacciose a lungo termine per il mondo energetico non rinnovabile. La miscela di idrocarburi è infatti largamente utilizzata come fonte energetica quasi ecologica, priva di impurità, tossicità e residui di combustione.
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Alcuni componenti del Forum negano l’intenzione di monopolizzare il controllo produttivo e distributivo della fornitura energetica primaria più pulita sul modello dell’OPEC, invece il ministro dell’Energia del Venezuela, Rafael Ramirez, ne sostiene i principi costitutivi, e il Primo ministro russo, Vladimir Putin, rincara: “l’era del gas a poco prezzo sta finendo”. Dalla Russia - la prima sul pianeta per le riserve, la produzione di gas naturale e l’esportazione di petrolio - il Premier spiega la “sentenza”. Calano i prezzi delle risorse energetiche, ma i settori del gas naturale e petrolifero sono stati colpiti dalla crisi finanziaria ed economica. Il prezzo del greggio “praticamente diviso per quattro” negli ultimi mesi ha innalzato i costi per esplorare, produrre e trasportare il gas.
Anche se il “prezzo del gas è sempre legato a quello del petrolio”, ricorda il ministro dell’Energia del Qatar, Abdullah Bin Hamad Al Attiyah, il Forum dovrà invece cercare di staccare l’uno dall’altro proprio per evitare il pericolo della svalutazione.
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