Agenzia Misna - “Un sibilo acuto, il fuoco, il porto di Gaza in fiamme; come ogni notte, da quando è cominciata l’offensiva israeliana, non si riesce a dormire, e questa forse sarà anche peggio”; raggiunto dalla MISNA a Gaza dove è tornato da qualche giorno, dopo averci trascorso 4 mesi prima di essere espulso dalle autorità di Tel Aviv che lo avevano prelevato da un peschereccio insieme ad altri stranieri (“in acque di sicuro non israeliane” precisa), Vittorio Arrigoni, impegnato in azioni umanitarie e di pace, guarda dalla sua stanza le fiamme che avvolgono quel che resta del porto di Gaza. “Lo stanno distruggendo - dice ancora alla MISNA - mentre parliamo ci sono elicotteri ‘Apache’ che ronzano e sparano, ci sono droni che spiano e sparano, ci sono navi da guerra che sparano. E ci sono vittime, bambini, donne, uomini che hanno avuto la sola colpa di nascere qui, in un posto dove si viene affamati e uccisi”. Al telefono, in sottofondo alla conversazione, è possibile udire le continue esplosioni. Quasi due anni di assedio prima, bombardamenti e la minaccia di un intervento militare via terra ora: “Colpiscono dal cielo perché non vogliono subire perdite e non so se mai entreranno a Gaza - aggiunge Arrigoni che gestisce un suo blog nel quale giorni fa ha in maniera colorita e diretta accusato i media, quelli italiani in particolare, di non svolgere con professionalità il loro lavoro - ma posso affermare con certezza che chi sgancia una bomba su Gaza sa benissimo che è impossibile non causare vittime civili”. A quattro giorni dall’inizio degli attacchi, secondo Arrigoni nessun esponente di rilievo di Hamas è stato ucciso: “Eppure gli israeliani dicono che il loro obiettivo è Hamas; la verità è che chi appartiene ad Hamas non sta certo a casa sua perché sa di essere nel mirino. Ma i suoi vicini? Molti, pur sapendo di rischiare, non possono far altro che restare nelle loro case”. Altri sibili, altri aerei che passano per il cielo di Gaza: “Sarà così per ore - prosegue Arrigoni – attaccano la notte e la mattina; nel pomeriggio si concedono una pausa, per riprendere poi per tutta la sera e la notte. Ma non ditemi che è colpa di Hamas se la tregua non è stata rinnovata e non ditemi che il cessate-il-fuoco è stato violato da Hamas. A violare i patti sono gli stessi che adesso bombardano: basta contare i morti palestinesi e i morti israeliani negli ultimi sei mesi, e la verità diventa evidente”.
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