Korazym - Un anno ricco di avvenimenti e di anniversari, ma per il papa l’evento più importante è stata la GMG di Sydney, una “grande festa della fede” e non un “festival rock modificato in senso ecclesiale con il papa come una star”. In occasione dell’annuale incontro per gli auguri alla Curia Romana nel palazzo Apostolico, Benedetto XVi ha riletto l’anno ecclesiale appena trascorso. Dai viaggi al Sinodo, all’Anno Paolino attraverso la GMG e alcuni dei temi più “caldi” nel dibattito tra cattolici e laici. Dal racconto della Creazione il papa presenta il tema del “gender” e della tutela dell’ambiente, cita Nietzsche per spiegare che cosa significa la gioia di una vera festa e ricorda che lo spirito della Chiesa è la missione. E rilancia l'Humanae Vitae che difende “il futuro contro la pretesa esclusiva del presente”. Ci sono state, ha piegato il papa, delle “date incisive della storia recente della Chiesa, ma ricco anche di avvenimenti, che recano con sé segnali di orientamento per il nostro cammino verso il futuro.” Come gli anniversari di Pio XII e PaoloVI, c’è stato un rabbino che ha parlato al Sinodo dei Vescovi per capire che “Dio, in fondo, parla sempre al presente, e avremo ascoltato la Bibbia in maniera piena solo quando avremo scoperto questo "presente" di Dio, che ci chiama ora”. Una vera Pentecoste che è tuttora “cammino", è tuttora incompiuta: esiste una moltitudine di lingue che ancora attendono la Parola di Dio contenuta nella Bibbia”.
Una lunga analisi il papa l’ha dedicata al “fenomeno” delle Giornate Mondiali della Gioventù, “sempre più oggetto di analisi, in cui si cerca di capire questa specie, per così dire, di cultura giovanile.” Sconfitta la paura di alcuni di un evento di “disturbo dell’ordine pubblico”, la festa è stata per tutti. ”Qual è quindi la natura di ciò che succede in una Giornata Mondiale della Gioventù? Quali sono le forze che vi agiscono? Analisi in voga tendono a considerare queste giornate come una variante della moderna cultura giovanile, come una specie di festival rock modificato in senso ecclesiale con il Papa quale star. Con o senza la fede, questi festival sarebbero in fondo sempre la stessa cosa, e così si pensa di poter rimuovere la questione su Dio. Ci sono anche voci cattoliche che vanno in questa direzione valutando tutto ciò come un grande spettacolo, anche bello, ma di poco significato per la questione sulla fede e sulla presenza del Vangelo nel nostro tempo. Sarebbero momenti di una festosa estasi, che però in fin dei conti lascerebbero poi tutto come prima, senza influire in modo più profondo sulla vita.”
E il papa spiega perché. “Anzitutto è importante tener conto del fatto che le Giornate Mondiali della Gioventù non consistono soltanto in quell’unica settimana in cui si rendono pubblicamente visibili al mondo.” E poi l‘incontro con la Croce che “suscita nell’intimo dei giovani la memoria di quel Dio che ha voluto farsi uomo e soffrire con noi.” E poi la liturgia solenne “Lui entra in mezzo a noi. È squarciato il cielo e questo rende luminosa la terra. È questo che rende lieta e aperta la vita e unisce gli uni con gli altri in una gioia che non è paragonabile con l’estasi di un festival rock. Friedrich Nietzsche ha detto una volta: "L’abilità non sta nell’organizzare una festa, ma nel trovare le persone capaci di trarne gioia". Secondo la Scrittura, la gioia è frutto della Spirito Santo : questo frutto era abbondantemente percepibile nei giorni di Sydney”.
Il tema dello Spirito Santo è centrale nel tema della Creazione. “Il dato che la materia porta in sé una struttura matematica, è piena di spirito, è il fondamento sul quale poggiano le moderne scienze della natura”, ha detto il papa. “Solo perché la materia è strutturata in modo intelligente, il nostro spirito è in grado di interpretarla e di attivamente rimodellarla”. Ma soprattutto “lo Spirito che li ha plasmati, è più che matematica – è il Bene in persona che, mediante il linguaggio della creazione, ci indica la strada della vita retta”. L’uomo è responsabile del creato ed è anche “necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto.
Non è una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato”. Quindi “ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine "gender", si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore. Le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione”.
Dall’uomo alla Chiesa. “Lo Spirito Santo è lo Spirito del Corpo di Cristo. Nell’insieme di questo Corpo troviamo il nostro compito, viviamo gli uni per gli altri e gli uni in dipendenza dagli altri, vivendo in profondità di Colui che ha vissuto e sofferto per tutti noi e che mediante il suo Spirito ci attrae a sé nell’unità di tutti i figli di Dio.” Insomma, dice il papa tornado al tema della festa dei giovani e non solo “Parte integrante della festa è la gioia. La festa si può organizzare, la gioia no. Essa può soltanto essere offerta in dono; e, di fatto, ci è stata donata in abbondanza: per questo siamo riconoscenti.” E comunque “fa parte della natura della gioia l’irradiarsi, il doversi comunicare. Lo spirito missionario della Chiesa non è altro che l’impulso di comunicare la gioia che ci è stata donata. Che essa sia sempre viva in noi e quindi s’irradi sul mondo nelle sue tribolazioni: tale è il mio auspicio alla fine di quest’anno”.
Una lunga analisi il papa l’ha dedicata al “fenomeno” delle Giornate Mondiali della Gioventù, “sempre più oggetto di analisi, in cui si cerca di capire questa specie, per così dire, di cultura giovanile.” Sconfitta la paura di alcuni di un evento di “disturbo dell’ordine pubblico”, la festa è stata per tutti. ”Qual è quindi la natura di ciò che succede in una Giornata Mondiale della Gioventù? Quali sono le forze che vi agiscono? Analisi in voga tendono a considerare queste giornate come una variante della moderna cultura giovanile, come una specie di festival rock modificato in senso ecclesiale con il Papa quale star. Con o senza la fede, questi festival sarebbero in fondo sempre la stessa cosa, e così si pensa di poter rimuovere la questione su Dio. Ci sono anche voci cattoliche che vanno in questa direzione valutando tutto ciò come un grande spettacolo, anche bello, ma di poco significato per la questione sulla fede e sulla presenza del Vangelo nel nostro tempo. Sarebbero momenti di una festosa estasi, che però in fin dei conti lascerebbero poi tutto come prima, senza influire in modo più profondo sulla vita.”
E il papa spiega perché. “Anzitutto è importante tener conto del fatto che le Giornate Mondiali della Gioventù non consistono soltanto in quell’unica settimana in cui si rendono pubblicamente visibili al mondo.” E poi l‘incontro con la Croce che “suscita nell’intimo dei giovani la memoria di quel Dio che ha voluto farsi uomo e soffrire con noi.” E poi la liturgia solenne “Lui entra in mezzo a noi. È squarciato il cielo e questo rende luminosa la terra. È questo che rende lieta e aperta la vita e unisce gli uni con gli altri in una gioia che non è paragonabile con l’estasi di un festival rock. Friedrich Nietzsche ha detto una volta: "L’abilità non sta nell’organizzare una festa, ma nel trovare le persone capaci di trarne gioia". Secondo la Scrittura, la gioia è frutto della Spirito Santo : questo frutto era abbondantemente percepibile nei giorni di Sydney”.
Il tema dello Spirito Santo è centrale nel tema della Creazione. “Il dato che la materia porta in sé una struttura matematica, è piena di spirito, è il fondamento sul quale poggiano le moderne scienze della natura”, ha detto il papa. “Solo perché la materia è strutturata in modo intelligente, il nostro spirito è in grado di interpretarla e di attivamente rimodellarla”. Ma soprattutto “lo Spirito che li ha plasmati, è più che matematica – è il Bene in persona che, mediante il linguaggio della creazione, ci indica la strada della vita retta”. L’uomo è responsabile del creato ed è anche “necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto.
Non è una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato”. Quindi “ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine "gender", si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore. Le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione”.
Dall’uomo alla Chiesa. “Lo Spirito Santo è lo Spirito del Corpo di Cristo. Nell’insieme di questo Corpo troviamo il nostro compito, viviamo gli uni per gli altri e gli uni in dipendenza dagli altri, vivendo in profondità di Colui che ha vissuto e sofferto per tutti noi e che mediante il suo Spirito ci attrae a sé nell’unità di tutti i figli di Dio.” Insomma, dice il papa tornado al tema della festa dei giovani e non solo “Parte integrante della festa è la gioia. La festa si può organizzare, la gioia no. Essa può soltanto essere offerta in dono; e, di fatto, ci è stata donata in abbondanza: per questo siamo riconoscenti.” E comunque “fa parte della natura della gioia l’irradiarsi, il doversi comunicare. Lo spirito missionario della Chiesa non è altro che l’impulso di comunicare la gioia che ci è stata donata. Che essa sia sempre viva in noi e quindi s’irradi sul mondo nelle sue tribolazioni: tale è il mio auspicio alla fine di quest’anno”.
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