mercoledì, dicembre 24, 2008
PeaceReporter - Domani Benedetto XVI celebrerà, alle ore 24 nella Basilica Vaticana, la Messa di Mezzanotte e come di consueto il 25 dicembre pronuncerà il suo Messaggio natalizio e impartirà la Benedizione “Urbi et Orbi” dalla Loggia centrale di San Pietro. In questa antivigilia di Natale, un invito a riflettere sui nostri stili di vita in tempi di crisi economica, è giunto ieri da mons. Giuseppe Betori, neoarcivescovo di Firenze. “Se prendessimo sul serio la crisi che è nata da un’idolatria del denaro – ha osservato il presule - credo che torneremo tutti ad una maggiore essenzialità”, senza demonizzare il consumo che fa girare l’economia – ha aggiunto - perché “c’è consumo voluttuario e consumo di condivisione”. Una sfida da raccogliere. Natale di crisi economica nei Paesi occidentali, sebbene il mercato del lusso, dei beni voluttuari e dei viaggi, specie esotici, continui a crescere, mentre si allarga la forbice tra ricchi e poveri e cresce il numero degli emarginati, anche nel Nord più opulento. In mezzo è la classe media, per lo più disorientata e spaventata all’idea di dover contrarre i propri consumi, mentre i governi e i media lanciano messaggi contraddittori su cure e rimedi. Al microfono della Radio Vaticana Roberta Gisotti ha intervistato don Albino Bizzotto, fondatore e presidente dell’Associazione “Beati i costruttori di pace”. Allora, don Albino: dalla sofferenza economica possiamo in questo nostro mondo così sovente dimentico di valori, trarre qualche beneficio?

R. – Penso che, come tutte le crisi, c’è un aspetto che è negativo e che fa paura: molte persone hanno paura anche di questi messaggi sempre sulla crisi. Ma penso anche che la crisi darà la possibilità di attingere ancora più in profondità alla nostra umanità. Io credo che, per la prima volta, ci sentiamo molto più vicini al resto del mondo e per la prima volta stiamo comprendendo che sta affondando il sistema del benessere dei consumi. Però, questo significa anche fare i conti con la realtà di tutti quelli che abbiamo intorno e anche metterci davanti agli altri in modo diverso. Credo che tutto quello che sta avvenendo, avvenga per la necessità di ricomprendere la nostra umanità insieme a tutti gli altri e metterci affianco di tutti gli altri, così come siamo. E allora, probabilmente, più che i valori, saranno le nostre persone, sarà proprio la nostra umanità a fare i conti con quello che sta avvenendo.

D. – Don Albino, in questo Natale, che cosa dire ai fedeli?

R. – La cosa più bella è il modo con cui Dio Padre si rende presente con Gesù dentro alla storia … come dire?, Gesù nella sua esperienza va nella parte più lontana da Dio, cioè fa l’esperienza di una umanità che è quella più lontana possibile perché nessuno rimanesse fuori dall’abbraccio e dalla tenerezza di Dio. Questa, per me, è la grande sorpresa della vita, ancora oggi; la grande novità che noi possiamo avere, e trovarci all’interno delle storie anche più brutte ma dove l’incontro, la condivisione e la possibilità che è data a ciascuno di noi proprio per questa realtà di Dio presente che ci chiama all’interno delle realtà, ma anche si rivela attraverso la nostra umanità, io credo ch questo sia una cosa bellissima e che abbia una grande attrazione anche oggi. E sto facendo un’esperienza ogni giorno: si sono moltiplicati i poveri, si sono moltiplicati i bisogni delle persone ma le novità che nascono dall’incontro sono straordinarie, sono bellissime.

D. – Dunque, in questo Natale di crisi economica non dobbiamo certo lasciarci prendere da sentimenti di tristezza?

R. – Il desiderio di ciascuno è di essere voluto bene, anche di voler bene. Io dicevo, proprio all’inizio dell’Avvento: “Per cortesia proviamo a fare più incontri e meno regali” …

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