Afghanistan (MISNA) - Povertà, scarsa disponibilità di cibo e accesso limitato ai servizi di base sono le conseguenze di sette anni di guerra per la maggior parte della popolazione afgana: lo afferma un rapporto della Commissione indipendente afgana per i diritti umani (Aihrc), dedicato alla situazione socio-economica nel paese. “La promozione e la difesa dei diritti umani sono il prerequisito fondamentale per l’esercizio dei diritti sociali ed economici fondamentali, ma gran parte di chi abita in Afghanistan continua a essere escluso dai programmi di sviluppo” si legge nel rapporto diffuso oggi a Kabul. Secondo l’Aihrc il 37% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, nelle zone rurali non è garantito in nessun modo l’accesso a acqua potabile e ai servizi sanitari, mentre molti rifugiati tornati in Afghanistan negli ultimi sette anni vivono in condizioni peggiori di quelle provate nei campi profughi fuori del paese. La relazione compilata dall’Aihrc evidenzia la necessità di rendere operative le leggi promulgate dal parlamento per impedire abusi e illeciti che provocano il risentimento della popolazione e minano la sua fiducia nei confronti delle istituzioni. In particolare, assicurare un lavoro dignitoso, la possibilità di accedere all’istruzione per i bambini (più della metà della popolazione afgana ha meno di 17 anni), un sistema di protezioni sociali e impedire la piaga del lavoro minorile sono, secondo l’associazione afgana, la via per garantire il miglioramento delle condizioni di vita in Afghanistan.
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