sabato, dicembre 27, 2008
La celebrazione scorre tranquilla, sotto il controllo della polizia palestinese. Nella città aumentano i turisti. Ma nella zona intorno la tensione resta alta.

Betlemme (AsiaNews) – Decine di migliaia di pellegrini hanno celebrato il Natale a Betlemme, protetti da circa 900 poliziotti del presidente palestinese Mahmoud Abbas. La mattina del 25, sotto una leggera pioggia, file di fedeli sono sfilate per la piazza davanti alla chiesa della Natività e si sono recate nella grotta dove Gesù è nato. Poche ore prima, la chiesa di S. Caterina era piena per la Messa di mezzanotte, cui ha partecipato anche il presidente Abbas.

Nella zona è in atto una grave crisi tra Israele e palestinesi, ma nella West Bank c’è stata una diminuzione delle violenze, che ha favorito il ritorno dei turisti. Per il periodo di Natale, il ministro alla Difesa israeliano Ehud Barak ha approvato lo spiegamento della polizia palestinese a protezione di Betlemme, quale gesto di “buona volontà” verso Abbas.

Il ministro palestinese al Turismo, Khouloud Daibes-Abu Dayyeh, nota che per la prima volta da anni gli alberghi sono affollati. Il turismo porta all’economia palestinese circa 480 milioni di dollari annui e le autorità di Betlemme dicono che nel 2008 c’è stato un boom di circa un milione di turisti nella città, circondata per tre lati dal muro di cemento e barriere elettrificate eretti da Israele per proteggersi da attacchi suicidi.

E' forte il contrasto tra il clima natalizio della città rispetto alla striscia di Gaza, lontana poche decine di chilometri. Da Gaza circa 900 pellegrini hanno chiesto il permesso di andare a Betlemme, ma solo 300 lo hanno avuto. La piccola comunità cristiana di Gaza (400 persone su 1,4 milioni) ha disertato la Messa di mezzanotte, in protesta contro il blocco alla zona imposto da Israele.

Nella vicina Nazareth davanti alla basilica dell’Annunciazione, per Natale è stato esposto un largo striscione che cita il Corano, in inglese e arabo: “Allah è il solo e unico, l’eterno e assoluto” e ne proclama la grandezza. I cristiani osservano che lo striscione c’è da tempo e il fondamentalista Movimento Islamico cambia ogni tanto il testo, con diversi versi del Corano. Dicono, sconsolati, che è appeso “su proprietà del municipio che non dovrebbe permetterlo”. Ma che debbono stare attenti a “non dare causa per violenze”.

Il sindaco di Nazareth Ramiz Jaraisy riconosce che lo striscione “non è messo in un posto giusto”, ma si giustifica sostenendo che non incita alla violenza e si è preferito ignorarlo.

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