sabato, dicembre 27, 2008
Radio Vaticana - La Chiesa ungherese ha ricordato ieri il 60° anniversario dell’arresto del cardinale Jozsef Mindszenty, arcivescovo di Eszertergom - Budapest e Primate d’Ungheria. Era il 26 dicembre del 1948, a Eszertergom, quando il porporato veniva prelevato dalla polizia nella cappella della curia arcivescovile, torturato e condotto in carcere, dove sarebbe rimasto per circa 8 anni, fino all’ottobre 1956, dopo aver subito un processo “farsa”. Alla notizia dell’arresto, Papa Pio XII nella lettera “Acerrimo maerore” espresse profondo dolore e indignazione per l’ingiuria inferta al cardinale Mindszenty. Ricordandone l’impegno in difesa del cattolicesimo e della libertà religiosa, il Papa scriveva: “Ben conosciamo i meriti di questo ottimo Pastore; conosciamo la tenacia e l’illibatezza della sua fede; conosciamo la sua fortezza apostolica nel tutelare l’integrità della dottrina cristiana e nel rivendicare i sacri diritti della religione. Che se con petto impavido e forte sentì il dovere di opporsi quando vide che la libertà della Chiesa veniva sempre più limitata e in molte maniere coartata, e soprattutto quando vide impedito con grave detrimento dei fedeli il magistero e ministero ecclesiastico — il quale deve esercitarsi non solo nelle chiese, ma anche all’aperto nelle pubbliche manifestazioni di fede, nelle scuole inferiori e superiori, con la stampa, con pii pellegrinaggi ai santuari e con le associazioni cattoliche — questo certamente non è per lui un motivo di accusa o di disonore, ma piuttosto di alto elogio, giacché devesi ascrivere al suo ufficio di vigilante pastore”. (C.D.L)


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