martedì, marzo 31, 2009
Eco51.it - Le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, lo sappiamo da tempo, sono una delle principali cause dell’effetto serra e di tutta una serie di danni ambientali che caratterizzano il nostro presente e rischiano di segnare drammaticamente anche il nostro futuro. Uno dei settori maggiormente responsabili di queste emissioni di CO2 è quello della produzione di energia, ancora troppo legato a macchine ormai obsolete e a tecnologie troppo dipendenti da combustibili fossili. Per ovviare a tutto ciò la Eurelectric, l’unione delle aziende fornitrici di energia elettrica dei 27 paesi mebri dell’Unione Europea, ha sottoscritto un documento in cui manifesta il proprio impegno ad azzerare entro il 2050 le emissioni di carbonio nell’atmosfera.

Ad annunciarlo sono stati i 61 amministratori delegati dei fornitori di elettricità, rappresentati dal presidente della Eurelectric, lo svedese Lars Josefsson, e da Andris Piebalgs, Commissario Europeo per l’Energia, lettone. Come è noto la domanda di energia elettrica è in continua crescita, nel mondo come in Europa, e questo comporta una serie di problemi per l’ambiente e per lo sfruttamento delle sue risorse. A quanto pare non ci sarà una svolta epocale nei prossimi decenni, ma si continuerà ad ottenere la gran parte dell’energia elettrica da fonti non rinnovabili come il nucleare e soprattutto da combustibili fossili: ciò si tradurrà in un possibile aumento di centrali nucleari – visto che alcuni paesi, tra cui l’Italia, sembrano essere orientati verso l’istallazione di nuovi impianti – ed un sicuro incremento delle emissioni di anidride carbonica nell’aria.

Cosa fare allora? Difficile, se non impossibile, pensare di ridurre le forniture di energia, che anzi dovranno essere sempre più efficienti ed abbondanti. Più praticabile, invece, la strada che porta a migliorare dal punto di vista ambientale gli impianti tradizionali, ristrutturandoli secondo le più moderne tecnologie e migliorandone l’efficienza. Si pensa pertanto ad un’azione sinergica fatta di impianti di filtraggio e stoccaggio del carbonio emesso dalle centrali ed un sempre maggiore ricorso a fonti rinnovabili e pulite (tra queste ultime, però, viene annoverata anche l’energia nucleare, sulla quale abbiamo in più momenti espresso le nostre perplessità). Tutto ciò, in ogni caso, non potrà prescindere da un comportamento energetico più consapevole e razionale da parte di tutti i cittadini europei: se questo è facilmente ipotizzabile in paesi come la Svezia o la Germania, qualche dubbio si può avanzare per altre nazioni – tra le quali anche la Nostra – un tantino in ritardo un po’ su tutte le tabelle di marcia nel settore ambiente ed ecologia.

Ad ogni modo si tratta di un obiettivo importante, non certo facile ma di grande valore simbolico (e non solo!). Per attuarlo non sarà necessaria solo la buona volontà di tutti ma anche denaro, un fiume di denaro: si stima che gli investimenti per l’adeguamento delle centrali esistenti, per l’istallazione di nuove e per il miglioramento ed ampliamento delle reti di distribuzione ammonteranno a circa 1.800 miliardi di euro…


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