venerdì, aprile 03, 2009
La moglie del procuratore che indaga sui crimini commessi durante la guerra civile in Guatemala è stata rapita e seviziata.

PeaceReporter - Uomini non ancora identificati il 25 marzo hanno tenuto sotto sequestro per 13 ore la moglie del procurador dei diritti umani del Guatemala, Galdys Monterroso, che ha dovuto sopportare violenze e torture. "Sono stata torturata in piena democrazia, in pieno XXI secolo". Queste le parole che Gladys Monterroso ha voluto pronunciare dopo la tragica esperienza. "Adesso non siamo in guerra, stiamo vivendo in una giungla. Non passa un giorno in cui non siamo costretti a contare i morti". Secondo quanto dichiarato dal marito, il procuratore Sergio Morales, tre persone incappucciate l'hanno prelevata alle sette del mattino a Città del Guatemala, mentre la donna stava andando a lavoro. "Alle 8 di sera è riapparsa, drogata e stordita, in una via della zona 18 della capitale", ha spiegato Morales, spiegando che da un mese le forze dell'ordine erano a conoscenza di un piano contro di lui, che da tempo è minacciato come lo sono tutti i suoi colleghi della Procuradoria. "Mi sento molto solidale - ha aggiunto - con tutte le famiglie che passano e hanno passato questo penoso calvario della desaparicion", sottolineando che si impegnerà ora più che mai per porre fine "a questa terribile barbarie".

Guatemala oggi. Un episodio che si inserisce perfettamente nel Guatemala 2009, un paese teatro di continue violenze, tanto da occupare le prime posizioni delle statistiche dei paesi più pericolosi al mondo. Secondo le cifre del Grupo de Apoyo Mutuo, (Gam), fra le principali associazioni guatemaltece nella difesa dei diritti umani, il 2008 ha contato 3305 morti ammazzati. Numeri che si sono ripetuti nel 2007, 3319, nel 2006, con addirittura 5.885 e via via a ritroso fino alla firma che siglò la fine del conflitto interno, che piegò il paese con oltre 200mila morti. Un filo conduttore, quello rosso sangue, che non sembra destinato a spezzarsi.

carica della poliziaIl fantasma della guerra civile. Ed è proprio in una faccenda legata alle responsabilità nel conflitto armato interno che sono da ricercare i motivi del brutale sequestro lampo. La moglie di Morales è stata rapita proprio poco dopo che il procuratore aveva reso pubblico lo studio sugli archivi della ex Polizia Nazionale, dove si trovano documenti scottanti che inchiodano i responsabili di molti omicidi e sparizioni risalenti a quel lungo e buio periodo.
"Il sequestro di Gladis Monterroso deve essere chiarito e non restare impunito - ci spiega Mario Polanco, direttore del Gam -. E' evidente che siamo di fronte a un chiaro messaggio minatorio rivolto a coloro che lavorano per una Guatemala diversa. Gladis Monterroso è un noto avvocato e notaio, professoressa universitaria, e in più Secretaria General Metropolitana de Encuentro por Guatemala. Allo stesso tempo è la moglie dell'uomo che in questo momento sta lavorando a importanti casi contro i responsabili di violazioni dei diritti umani, e che solo 11 ore prima del sequestro aveva consegnato pubblicamente il primo documento con i risultati ottenuti dallo studio degli archivi della Policia Nacional". Quindi spiega che il fatto che i sequestratori non abbiano avanzato nessuna richiesta di riscatto e che abbiano invece inviato attraverso la donna una serie di messaggi al procurador va a confermare ulteriormente questa tesi.

Nessun dubbio sui colpevoli. "Gladys è stata interrogata e bruciata con la sigarette in varie parti del corpo - aggiunge Polanco - E questo è il medesimo metodo usato dai militari che durante il conflitto hanno commesso ogni tipo di violazione dei diritti umani. Si trattava di crimini che si ripetevano costantemente ogni giorno contro dirigenti sociali, studenti, sindacalisti. Quindi non ci sono dubbi: i colpevoli sono gli stessi, i medesimi aguzzini che fecero sparire e assassinarono migliaia di persone per ragioni politiche e che ora cercano di evitare di essere indagati e accusati per questi delitti".

Le colpe del governo. "Durante questo governo (di Álvaro Colóm ndr.) le istituzioni sono andate indebolendosi, specialmente quelle che dovrebbero garantire la giustizia - conclude il direttore Polanco - Il Grupo de Apoyo Mutuo considera questo caso uno spartiacque che può dare la possibilità di passare dall'immobilismo all'efficacia. Questo crimine può essere indagato e i colpevoli arrestati, ma lo si deve fare immediatamente. Al contrario, si invierà un messaggio negativo alla popolazione, che andrà solo ad alimentare la sfiducia nel governo e la sfacciataggine dei criminali, protetti dall'impunità".

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