giovedì, aprile 02, 2009
Agenzia Misna - Sono un problema e non una soluzione, le ronde autorizzate con decreto legge dal governo: a sottolinearlo è un parere del Consiglio superiore della magistratura (Csm), oggi all’esame del plenum dell’organismo che rappresenta il potere giudiziario. Nel documento, elaborato dalla VI Commissione del Csm, si esprime “perplessità” a cominciare dalla scelta di “derogare al principio che assegna all’autorità pubblica l’esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza”. Oltre a esprimere dubbi, però, i magistrati segnalano pericoli: “La genericità delle previsioni contenute nel decreto legge – si sottolinea nel parere - può determinare il rischio del determinarsi di incidenti e nei casi più gravi della commissione di reati”. Possibilità secondo i magistrati favorite dalle “lacune” del testo normativo, che ad esempio non prevede “un effettivo controllo” sulle attività svolte dalle associazioni private autorizzate ad effettuare le ronde. Le “perplessità” della VI Commissione riguardano anche altre norme contenute nel cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’, in questi giorni all’esame della Camera dei deputati. Sospetti di incostituzionalità gravano ad esempio sulla previsione che estende a sei mesi il termine massimo per trattenere gli stranieri ‘irregolari’ nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie). “La privazione della libertà personale è bene di primaria rilevanza costituzionale – si afferma nel parere del Consiglio superiore – e impone che si attui un procedimento di controllo del titolo che legittima la detenzione amministrativa assolutamente rigoroso”.


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