sabato, maggio 09, 2009
"La Chiesa è una forza spirituale al servizio della pace"

Pace in Medio Oriente, dialogo interreligioso, presenza dei cristiani in Terra Santa: sono alcuni dei temi affrontati da Benedetto XVI durante la conferenza stampa che si è svolta ieri a bordo dell’aereo papale durante il volo per Amman.

Sono tre le dimensioni attraverso le quali la Chiesa può dare il proprio contributo al difficile processo di pace in Medio Oriente: il Papa le ha indicate ai giornalisti durante il volo aereo che da Roma lo ha portato ad Amman. Prima di tutto la preghiera: una forza attraverso la quale Dio può agire nella storia. Milioni di fedeli oranti – ha detto Benedetto XVI – sono un contributo al processo di pace. "Siamo convinti - ha aggiunto - che la preghiera sia una vera forza: apre il mondo a Dio. Siamo convinti che Dio ascolti e che possa agire nella storia”. Quindi, ha parlato del contributo della Chiesa alla causa della pace:
Il servizio è di Paolo Ondarza (ascolta)

"Certamente cerco di contribuire alla pace non come individuo ma in nome della Chiesa cattolica, della Santa Sede. Noi non siamo un potere politico, ma una forza spirituale e questa forza spirituale è una realtà che può contribuire ai progressi nel processo di pace".

Ebrei e cristiani hanno la stessa radice, ma – ha spiegato Benedetto XVI ai giornalisti – 2000 anni di storia distinta hanno inevitabilmente portato a malintesi: si sono formate tradizioni di pensiero diverse, "cosmi semantici" differenti, tanto che la stessa parola nelle due culture ha oggi diverso significato:

"Dobbiamo fare di tutto per imparare l’uno il linguaggio dell’altro, e mi sembra che facciamo grandi progressi. Oggi abbiamo la possibilità che i giovani, i futuri insegnanti di teologia, possano studiare a Gerusalemme, nell’Università ebraica, e gli ebrei hanno contatti accademici con noi".

Il Papa ha spiegato che è previsto, in questo pellegrinaggio in Terra Santa, un messaggio comune rivolto alle tre religioni che si richiamano ad Abramo, sottolineando l’importanza del dialogo trilaterale tra cristiani, islam ed ebraismo:

"Il dialogo trilaterale deve andare avanti, è importantissimo per la pace e anche – diciamo – per vivere bene ciascuno la propria religione".

Bendetto XVI ha infine rivolto il pensiero ai cristiani in Medio Oriente, incoraggiandoli a non lasciare la Terra Santa, luogo d’origine del cristianesimo, sottolineandone il ruolo fondamentale:

"Sono una componente importante della cultura e della vita di queste regioni. Spero che realmente i cristiani possano trovare il coraggio, l’umiltà, la pazienza di stare in questi Paesi, di offrire il loro contributo per il futuro di questi Paesi".

La presenza cristiana – ha constatato - è di grande importanza anche perché offre alla popolazione assistenza umanitaria, ospedali e formazione. Il Santo Padre, a questo proposito, ha citato l’erigenda Università cattolica in Giordania: luogo in cui giovani, arabi e cristiani, possono incontrarsi e centro di formazione per la promozione della pace.


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