mercoledì, luglio 08, 2009
I dialoghi di Giussani coi responsabili di CL

Tempi - È in libreria "Qui e ora" (Rizzoli), quarto volume della collana Rizzoli dedicata ai dialoghi di don Giussani con i responsabili delle comunità universitarie di Cl. Siamo a metà degli anni Ottanta, ma, come nota acutamente don Julián Carrón nella sua prefazione, il giudizio giussaniano sullo scorcio del secolo è geniale tanto quanto la sua compiuta profezia è da brivido: «Amici miei, siamo in un’epoca di pericolosità sterminata (...) un’epoca in cui le catene non sono portate ai piedi, ma alla motilità delle prime origini del nostro io e della nostra vita (...). L’Occidente sta, non lentamente, ma violentemente spingendo tutta la realtà umana, anche nostra, verso il “gulag” di un asservimento mentale e psicologico inaudito: la perdita dell’umano, di cui Teilhard de Chardin segnalava già il sintomo più impressionante, che è la perdita del gusto di vivere». Ciononostante non finisce mai di stupire l’eccezionale vitalità e l’assenza di ogni genere di commiserazione nel conversare di don Giussani con i suoi studenti. Anzi, come sottolinea ancora Carrón, questo è il libro in cui si segnala la spinta verso “l’avvenimento della persona” come sorgente di ogni possibile resistenza e ripresa di umanità, qualunque sia il carattere negativo e la pressione conformistica dell’epoca. Sono questi i dialoghi che rammentano come l’attualità del cristianesimo non consista nel suo prendere parte alla lotta tra valori del passato e valori del presente, tra progresso e conservazione. Ma nella perenne sfida che si gioca nell’individuo nel «passare da una logica di gruppo a una dimensione di coscienza personale». Non scelta religiosa. Ma totalità delle circostanze investite dalla “provocazione” della fede.

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