mercoledì, luglio 01, 2009
del nostro redattore Carlo Mafera

Il massacro delle foibe ebbe come causa sostanziale i rapporti che si svilupparono fra le opposte nazionalità ma soprattutto, al di là delle origini, fu una repressione violenta perpetrata da un regime antidemocratico. Nella commissione italo-slovena istituita per fare luce sul fenomeno, si dichiara infatti : “Tali avvenimenti si verificarono in un clima di resa di conti per la violenza fascista e di guerra ed appaiono in larga misura il frutto di un progetto politico preordinato in cui confluivano diverse spinte : l’impegno ad eliminare soggetti e strutture ricollegabili (anche al di là delle responsabilità personali) al fascismo, alla dominazione nazista, al collaborazionismo ed allo Stato Italiano”. Le esecuzioni di massa contro gli italiani, ritenuti tutti fascisti con un’equazione semplicistica, furono un mezzo di repressione etnica in previsione della auspicata annessione alla Jugoslavia di tutta la Venezia Giulia. In questa ottica si cercarono di eliminare gli oppositori del regime comunista. Per cui vennero uccisi anche cittadini di etnia slovena e croata. Anche il partito comunista italiano ebbe la sua responsabilità, sia pure non in modo diretto. Il PCI diede il consenso infatti a lasciare che la Venezia Giulia e il Friuli orientale fossero oggetto delle mire espansionistiche del regime titino. E per questo che il PCI ordinò ai propri partigiani di mettersi sotto il comando jugoslavo. Ma negli anni successivi furono molti i partigiani che presero le distanze dal regime comunista jugoslavo dopo aver constatato il suo volto repressivo. Il Pci cercò sempre di dare una visione parziale degli avvenimenti, tesa a giustificare le azioni dei comunisti jugoslavi e tutt’oggi permane in alcuni ambienti post-comunisti una posizione tendente a minimizzare gli eccidi delle foibe, anche per quanto riguarda il numero delle vittime. Poi, intorno al fenomeno ci fu un silenzio che ebbe diversi ordini di ragioni, secondo lo storico Gianni Oliva : la prima di carattere internazionale, causata dalla rottura tra Tito e Stalin nel 1948 che favorì un avvicinamento tra l’occidente e la Jugoslavia per costruire uno stato cuscinetto in funzione antisovietica. Ci fu pure un silenzio del Pci che non voleva evidenziare le sue contraddizioni e la sua subordinazione al comunismo sovietico. E poi ci fu un silenzio dello stato italiano che voleva rimuovere la sua sconfitta nella seconda guerra mondiale. Finalmente con il crollo del muro di Berlino e quindi del comunismo, si poté parlare liberamente dei massacri delle foibe cosicché nel 2005 venne istituita la giornata della memoria (il 10 febbraio), giorno della firma del trattato di Parigi del 1947, quando venne assegnato alla Jugoslavia il territorio occupato dal regime comunista jugoslavo di Tito.
Ma finalmente, mi sembra che, con il discorso del nostro Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, tenuto proprio il 10 febbraio 2007 (giorno del ricordo), è stata resa giustizia a tutte le vittime di questo orrendo misfatto. Egli infatti ebbe a dire “… va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalle foibe …. E va ricordata la congiura del silenzio, la fase meno drammatica ma ancora più amara e demoralizzante dell’oblio. Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell’aver negato, o teso a ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politiche, e dell’averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali.” Con tale dichiarazione si evince la grande statura morale del nostro Presidente, che ha dimostrato grandi doti di saggezza e umiltà tipiche dei grandi statisti di una volta. Ne ha dato prova anche recentemente nella vicenda Englaro, dove ha difeso la laicità dello Stato Italiano, ergendosi a tutela della nostra Costituzione nella sua qualità di Garante. In un tema delicato quale la bioetica, si è opposto ad una imposizione di una morale “governativa” rimandando nella sede più opportuna, cioè il Parlamento, la discussione di un tema così delicato e inerente le scelte più profonde di ogni cittadino italiano. Scusate il “fuori tema” finale.

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