«Da Marchetto un'opinione personale»
«La solita liturgia». Risponde così alle critiche di mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, dopo il via libera al ddl sicurezza (che istituisce il reato di clandestinità e consente le ronde). «Nessun governo ha fatto tanto in poco tempo - dice Maroni -. Il ddl contiene norme che rendono più efficace il contrasto alla criminalità di strada: chi ha criticato il ddl queste norme non le ha lette. Essendo molto tollerante, penso che queste persone dovrebbero leggere queste norme e rivedere il proprio giudizio».
IL VATICANO PRENDE LE DISTANZE - Ma dalla Santa Sede arriva uno stop. «Il Vaticano come tale non ha detto niente sul decreto sicurezza approvato dal governo italiano» ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi -. Ha parlato monsignor Marchetto, ma non mi consta che il Vaticano in quanto tale abbia preso posizione». Non è la prima volta: a febbraio il prelato aveva criticato le ronde e la Santa Sede aveva specificato che si trattava di una sua posizione personale. Il segretario per i migranti risponde a sua volta al ministro Maroni: «Un arcivescovo, quando pensa di aver fatto il suo dovere, non si ferma a raccogliere le pietre che gli buttano dietro». La precisazione di padre Lombardi è stata apprezzata dal ministro della Difesa La Russa: «Siamo lieti della precisazione del Vaticano, che mette in rilievo la differenza tra un giudizio, legittimo, di monsignor Marchetto e quello del Vaticano».
BOSSI: «IN VATICANO NESSUN CLANDESTINO» - In serata è il leader della Lega Umberto Bossi a commentare le dichiarazioni di mons. Marchetto: «Il Vaticano ha i suoi problemi e in Vaticano è vietato far entrare i clandestini». Il Senatùr, dalla festa della Brianza ad Arcore, si è detto soddisfatto del decreto approvato: «Meno male, sapevamo che sarebbe passato». Il segretario della Lega ha quindi elogiato gli alleati di governo che «erano d'accordo fin dall'inizio e hanno mantenuto la parola data facendo passare la legge». «Se si riempie casa nostra di clandestini - ha concluso Bossi - non si riesce più a venir fuori dal pasticcio che si crea. Quando si fanno venir persone a casa propria si sa già come va a finire: bisogna dargli la casa gratuita e alla fine la gente lavora per pagare l'interesse di altri».
CEI: «NON BASTA ORDINE PUBBLICO» - Anche la Cei, la conferenza dei vescovi, avanza però un appunto al disegno di legge approvato in Senato. Il portavoce, don Domenico Pompili, ha detto che accoglienza e sicurezza sono «azioni convergenti e irrinunciabili» e che l’immigrazione è «un fenomeno assai complesso, che proprio per questo deve essere governato e non subìto». «È peraltro evidente- spiega - che una risposta dettata dalle sole esigenze di ordine pubblico - che è comunque necessario garantire in un corretto rapporto tra diritti e doveri - risulta insufficiente, se non ci si interroga sulle cause profonde di un simile fenomeno. Due azioni convergenti sembrano irrinunciabili. La prima consiste nell’impedire che i figli di Paesi poveri siano costretti ad abbandonare la loro terra, a costo di pericoli gravissimi, pur di trovare una speranza di vita. Tale problema esige di riprendere e incrementare le politiche di aiuto verso i Paesi maggiormente svantaggiati. La seconda sta nel favorire l’effettiva integrazione di quanti giungono dall’estero, evitando il formarsi di gruppi chiusi e preparando "patti di cittadinanza" che definiscano i rapporti e trasformino questa drammatica emergenza in un’opportunità per tutti».
«SONO SODDISFATTO» - Maroni rivendica invece la bontà del provvedimento: «Gli elogi sono enormemente superiori alle critiche, sia in quantità che qualità - ha detto -. Ci sono norme che anche chi ha criticato qualche passaggio dovrebbe apprezzare. Per esempio quella che toglie la potestà genitoriale a chi sfrutta i minori, a chi li manda ad accattonare o a rubare. Mi domando se chi ha definito 'leggi razziali' queste norme condivide le misure come il contrasto alla mafia, il carcere più duro per i mafiosi. Penso che chi ha criticato il pacchetto o non lo ha letto o dovrebbe ripensare le critiche».
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