mercoledì, luglio 01, 2009
Il sequestro e il rilascio di Allan McDonald, il vignettista più famoso e irriverente dell'Honduras, prelevato da casa dai militari golpisti. Il racconto di un'amica.

PeaceReporter - "Mi chiamo Verenice Bengtsson, sono una cittadina di nazionalità costaricana e hondurena, e risiedo in Svezia. Voglio denunciare e diffondere che oggi (lunedì 29 giugno ndr.) via chat alle 11 ora svedese, le 3 di notte in Honduras, Allan Mcdonald, il caricaturista più famoso del paese, che non ha nascosto il suo entusiasmo per il referendum costituzionale, è riuscito a mettersi in contatto con me per dirmi che è stato sequestrato e arrestato dalle forze armate. Con lui la figlia Abril, di 17 mesi".

Era così che ieri Verenice, 30 anni, da sempre amica del geniale vignettista, denunciava in una mail carica di dolore il dramma di un uomo, simbolo della tragedia che sta vivendo l'intero paese dopo il golpe di domenica, la destituzione del presidente legittimo, e la messa in stato di assedio delle principali città, con cariche sui dimostranti e una pesante censura. Ed è proprio il voler tappare la bocca all'irriverente disegnatore, le cui vignette sono ospitate da siti e giornali, anche internazionali, che aveva spinto i golpisti a indicarlo tra i primi a dover essere arrestato e azzittito. Un sequestro durato, però, poco tempo, grazie alla pressione internazionale che sta abbattendo le mura della violenza costruite da esercito e magistratura e volute dal dittatore illegittimo Micheletti. "Vi ringraziamo per la solidarietà e il vostro lavoro. Allan e sua figlia sono stati liberati ieri, sani e salvi. Allan lo attribuisce alla immediata denuncia di tutti voi e alla risposta degli organismi come Amnesty Internacional e della Chiesa cattolica. Manteniamoci comunque in allerta, perché la situazione in Honduras è ogni giorno più grave".

Con Allan erano stati prelvati il Console della repubblica venezuelana e due donne giornaliste, una spagnola e l'altra cilena. Tutti erano stati presi domenica 28 subito dopo il colpo di stato, a dimostrazione che i golpisti avevano stilato una lista nera di persona da arrestare nelle ore immediatamente dopo l'irruzione nel palazzo presidenziale e la destituzione di Zelaya.
Infatti, subito dopo il blitz nella casa del presidente, un gruppo di soldati delle Forze armate si sono presentate a casa McDonald, nella comunità di Santa Lucia, a 8 chilometri dalla capitale Tegucigalpa, sequestrandolo. Non prima però di aver fatto in falò di tutte le vignette e i disegni trovati per casa. Con lui la sua bambina, che è rimasta per circa 24 ore senza mangiare. "Avevamo solo un po' di acqua da bere", ha raccontato Allan a Verenice. "Gli avevano dato solo il permesso di portare il suo passaporto", ha spiegato Verenice, precisando che queste parole era riuscita a strappargliele via web in cinque velocissimi minuti mentre si trovava in un hotel assieme alle due giornaliste e al diplomatico venezuelano. Proprio lui aveva con sé un computer. "La luce non c'era e la batteria del pc stava finendo". Vennero raggiunti anche dai giornalisti hondurenos Eduardo Maldonado e Esdras Amado Lopez, entrambi conosciuti per il forte appoggio al referendum voluto da Manuel Zelaya.

E questa non è che una delle testimonianze della violazione dei diritti umani in corso nel paese, e una delle poche finita bene. I desaparecidos sono già molti, difficile stilare un bilancio, tutto è ancora in divenire.
"Sembra di essere tornati agli anni Ottanta, in pieno disprezzo dei diritti umani con Parlamento e Corte suprema di giustizia che confabulano sostenendo a vicenda il golpe, violentando i diritti fondamentali della maggiroanza del popolo. Purtroppo, questo golpe riflette la poca vocazione democratica della nostra classe dirigente", spiega Verenice. "Non abbassiamo i rilfettori sul mio paese. Non dimentichiamo che il silenzio ci rende complici dei crimini che vengono commessi. Questo governo glopista sta tenendo sotto sequestro il popolo dell'Honduras.

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