lunedì, luglio 06, 2009
La vigilia del G8 è costellata da una serie di incontri eccellenti tra capi di Stato e di governo che parteciperanno al vertice dell’Aquila.

Radio Vaticana - Il presidente americano, Barack Obama, si trova oggi a Mosca, per rilanciare le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Russia. Al centro dell’incontro odierno con il presidente russo, Dmitri Medvedev, anche la questione del rinnovo del Trattato Start sul disarmo nucleare, che scade il prossimo dicembre, sul quale vi sarebbe già un accordo di massima. Sul futuro dei rapporti tra le due potenze, Giancarlo La Vella ha intervistato Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana (ascolta):

R. - Credo che sulla questione del disarmo nucleare, in termini generali, abbiamo delle buone prospettive. D’altra parte, ci sono migliaia e migliaia di testate nucleari assolutamente inutili rispetto a qualunque previsione terrificante, anche delle più incallite superpotenze. In più, il disarmo nucleare è una delle bandiere ideologiche di Obama. Vietato però farsi illusioni, perché sul tavolo c’è la questione dello scudo stellare in Polonia e in Repubblica Ceca che complica le cose: lo scudo è avversato dalla Russia, che lo vive come una minaccia alla propria sicurezza strategica, mentre gli Stati Uniti ribasicono che sia mirato alla protezione dell’Europa, rispetto a eventuali ambizioni nucleari dell’Iran. Questo è, in realtà, il vero snodo di tutta la questione.

D. - Siamo, comunque, in una fase di dialogo: come guardano a questa fase le altre potenze?
R. - Credo che le altre potenze assistano in questo momento incuriosite, partecipi, magari in qualche caso preoccupate, ma credo che sul piano globale questa sia una fase ancora molto di attesa, nel senso che ci sono le priorità legate alla crisi economica, c’è la questione iraniana, c’è il Medio Oriente, c’è il ritiro dall’Iraq, c’è la Corea del Nord, ci sono tante questioni aperte che impediscono, anche sul fronte dei rapporti Russia-Usa, una vera profonda svolta.

D. - I rapporti Stati Uniti-Russia potrebbero in qualche modo mettere in secondo piano quelli tra l’Unione Europea e Mosca?


R. - In questo momento ritengo il dialogo tra l’Unione Europea e Mosca sia da considerare - con realismo - fermo, perché né l’uno né l’altro interlocutore hanno l’interesse e la possibilità di fare concreti e importanti passi avanti. L’Unione Europea deve risolvere i propri problemi interni di assetto istituzionale. La Russia sta vivendo una crisi economica di non secondaria importanza e deve, comunque, difendere in qualche modo quello che è il suo vero asset: il patrimonio energetico e la capacità politica di condizionare meccanismi di consumo a livello mondiale e, quindi, anche dell’Unione Europea, che è il suo principale cliente. Lo ribadisco: credo che, da questo punto di vista, il dialogo sia non interrotto ma fermo.

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