venerdì, luglio 03, 2009
Si svolgerà il 4 luglio, pochi giorni prima dell'inizio ufficiale del G8, l'ennesima manifestazione contro l'allargamento della caserma Ederle nella città berica

PeaceReporter - I comitati vicentini contro l'allargamento della base Carlo Ederle si mobilitano in occasione dell'arrivo in Italia di Barak Obama e del vertice dei grandi. Imponenti saranno le misure di sicurezza per le 10-15 mila persone in arrivo sabato 4 luglio, giorno dell'indipendenza americana. Tra le prime manifestazioni italiane previste per dire 'no' al vertice dei grandi che si svolgerà all'Aquila dall'8 al 10 luglio prossimi, spicca l'appuntamento vicentino del prossimo 4 luglio. I ''No dal Molin'' intendono piantare migliaia di bandiere nell'area nord dell'aeroporto, dove sono iniziati i lavori di ampliamento della base che sorgerà sulla più grande falda acquifera del nord Italia e a poca distanza dalla basilica del Palladio, patrimonio mondiale Unesco.

Il presidio permanente ''No dal Molin'', attivo dal 16 gennaio 2007 e rappresentativo delle comunità locali contro la base Usa, organizza l'iniziativa in concomitanza col 233esimo anniversario della dichiarazione d'indipendenza americana scritta da Thomas Jefferson e approvata dal Congresso delle 13 ex colonie britanniche nel 1776. I comitati vicentini colgono anche l'occasione della prima visita in Italia del presidente Barak Obama per ribadire la contrarietà al progetto di allargamento di Camp Ederle. La giornata sarà quindi di alto valore simbolico e intende mandare un messaggio inequivocabile al presidente Usa, a cui è stato anche spedito un invito a visitare Vicenza durante il suo viaggio in Italia.

''Government of the people, by the people, and for the people''. Parte della Città di Vicenza si era espressa contro il progetto di ampliamento il 5 ottobre scorso, con un referendum auto organizzato, poiché il Consiglio di Stato bloccò pochi giorni prima le consultazioni ufficiali dei cittadini giudicandole di ''auspicio irrealizzabile''. Il 27 percento dei cittadini aventi diritto di voto, si espresse per il 95 percento contro la costruzione della nuova base. Tutte le istituzioni italiane avevano di fatto ignorato il referendum, il Primo ministro lo giudicò addirittura ''gravemente inopportuno''. E' per questo che i vicentini si rivolgono ora direttamente al presidente statunitense, che nel suo discorso inaugurale alla Casa Bianca citò Lincoln che voleva ''un governo del popolo, con il popolo e per il popolo''.

''Rischio di militarizzazione del territorio''. Secondo quanto riportato dal sito del comitato permanente, sabato sono attese tra le 10 e le 15 mila persone: il movimento vicentino ha già ricevuto adesioni di partecipazione da molti esponenti e associazioni della società civile: i comitati abruzzesi tra cui Epicentro solidale, le associazioni Emergency, Arci e Donne in Nero, i movimenti No Tav della Val di Susa, i Beati i Costruttori di Pace, il Coordinamento Cristiani per la Pace, gli Statunitensi contro la guerra, il Servizio Civile Internazionale, oltre a centinaia di singoli cittadini tra i quali Dario Fo, Franca Rame, Noam Chomsky e Don Gallo. Imponenti saranno le misure di sicurezza alle quali le forze dell'ordine hanno già cominciato a lavorare. Un quotidiano veneto avrebbe diffuso la notizia, smentita dagli statunitensi, che mille paracadutisti dell'esercito Usa starebbero preparando ''una difesa in grande'' della base. Infine, il trattato di Schengen è stato congelato per due settimane in vista dei cortei 'No G8': di conseguenza le frontiere sono chiuse da domenica scorsa. Le manifestazioni del 17 febbraio e del 15 dicembre di due anni fa si erano svolte in un clima pacifico e non si verificarono incidenti.

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