A 5 giorni dalle elezioni, in Afghanistan non si ferma l’escalation di attacchi dei ribelli integralisti
RadioVaticana - Stamani un attentato suicida ha scosso il cuore di Kabul. I talebani hanno rivendicato l'azione affermando che l'obiettivo del kamikaze doveva essere la sede della vicina ambasciata statunitense. Alle 8.30 locali un attentatore suicida al volante di un auto imbottita con 500 chili di dinamite si è fatto esplodere davanti all'ingresso del quartier generale delle forze militari internazionali, causando almeno 7 morti e 91 feriti. Il kamikaze è riuscito a superare 3 checkpoint prima di farsi saltare in aria nella zona più protetta di Kabul, sede delle ambasciate di Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti e residenza del presidente della Repubblica.
E proprio la sede diplomatica americana doveva essere l’obiettivo principale dell’azione come hanno poi ammesso i talebani nella rivendicazione. I ribelli sono comunque riusciti a lanciare il messaggio che possono attaccare dovunque e in qualsiasi momento. E questo sembra smentire le voci sempre più insistenti di un accordo tra il presidente Karzai e i talebani per una tregua in vista dell’apertura delle urne il 20 agosto. L’atto è stato condannato con forza da Karzai che in questi ultimi giorni di campagna elettorale sta cercano di accaparrasi l’appoggio anche degli ambienti più radicali per superare il 50% delle preferenze. Soglia che gli consentirebbe l’elezione al primo turno. E in questo senso va l’approvazione del testo sul diritto di famiglia che autorizza le usanze tribali sciite, costato al presidente uscente l’accusa di aver venduto i diritti delle donne in cambio di voti.
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