Appello di Amnesty International: bisogna capire cosa è successo durante l'operazione "Piombo Fuso" a Gaza
L'11 dicembre 2008 alle 11:30 le forze israeliane hanno dato inizio, senza alcun preavviso, a una devastante campagna di bombardamenti sulla Striscia di Gaza. L'operazione, il cui nome in codice è "Piombo fuso", aveva l'obiettivo dichiarato di porre fine al lancio di razzi contro Israele da parte dei gruppi armati palestinesi affiliati ad Hamas e ad altre fazioni palestinesi, i quali hanno continuato durante l'intera operazione gli attacchi indiscriminati verso i centri e le città israeliani. Quando è stato annunciato il cessate il fuoco unilaterale da Israele e da Hamas, il 18 gennaio 2009, oltre 1400 palestinesi erano stati uccisi, tra cui anche 300 bambini e centinaia di civili disarmati. Ampie zone di Gaza sono state rase al suolo, lasciando migliaia di persone senza un'abitazione e l'economia, già gravemente compromessa, in rovina. Sono stati uccisi tre civili israeliani e decine di case nel sud di Israele sono state danneggiate.
Molte delle distruzioni nella Striscia di Gaza sono state eccessive e sono la conseguenza di attacchi diretti su obiettivi civili e indiscriminati, nei quali non si è fatta distinzione tra gli obiettivi militari legittimi e quelli civili. Tali aggressioni hanno violato le disposizioni del diritto umanitario internazionale, in particolare il divieto di condurre attacchi diretti contro i civili e gli obiettivi civili (il principio della distinzione), il divieto di condurre attacchi indiscriminati o sproporzionati e il divieto di effettuare punizioni collettive.
Ad oggi, cinque mesi dopo la fine dell'operazione "Piombo fuso", le autorità israeliane non hanno istituito alcuna indagine indipendente e imparziale sulla condotta delle loro forze e si oppongono attivamente a che tale indagine sia avviata. Hanno infatti rifiutato le conclusioni di un'inchiesta delle Nazioni Unite, che aveva indagato su nove attacchi condotti contro alcune strutture Onu durante l'operazione "Piombo fuso". Hanno inoltre rifiutato di cooperare e di garantire l'accesso al paese a una missione internazionale per l'accertamento dei fatti avviata dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu e condotta dal giudice Richard Goldstone, mettendo in pericolo la missione stessa.
Hamas ha permesso alla missione di accertamento dei fatti di condurre ricerche sul campo nella Striscia di Gaza e ha incontrato i membri della missione, che erano entrati nel territorio dall'Egitto.
Amnesty International chiede alle autorità israeliane di cooperare in pieno con la missione internazionale e indipendente per l'accertamento dei fatti avviata dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu, guidata da Richard Goldstone e con altre indagini internazionali sulle violazioni del diritto internazionale ad opera di tutte le parti in conflitto.
L'11 dicembre 2008 alle 11:30 le forze israeliane hanno dato inizio, senza alcun preavviso, a una devastante campagna di bombardamenti sulla Striscia di Gaza. L'operazione, il cui nome in codice è "Piombo fuso", aveva l'obiettivo dichiarato di porre fine al lancio di razzi contro Israele da parte dei gruppi armati palestinesi affiliati ad Hamas e ad altre fazioni palestinesi, i quali hanno continuato durante l'intera operazione gli attacchi indiscriminati verso i centri e le città israeliani. Quando è stato annunciato il cessate il fuoco unilaterale da Israele e da Hamas, il 18 gennaio 2009, oltre 1400 palestinesi erano stati uccisi, tra cui anche 300 bambini e centinaia di civili disarmati. Ampie zone di Gaza sono state rase al suolo, lasciando migliaia di persone senza un'abitazione e l'economia, già gravemente compromessa, in rovina. Sono stati uccisi tre civili israeliani e decine di case nel sud di Israele sono state danneggiate.
Molte delle distruzioni nella Striscia di Gaza sono state eccessive e sono la conseguenza di attacchi diretti su obiettivi civili e indiscriminati, nei quali non si è fatta distinzione tra gli obiettivi militari legittimi e quelli civili. Tali aggressioni hanno violato le disposizioni del diritto umanitario internazionale, in particolare il divieto di condurre attacchi diretti contro i civili e gli obiettivi civili (il principio della distinzione), il divieto di condurre attacchi indiscriminati o sproporzionati e il divieto di effettuare punizioni collettive.
Ad oggi, cinque mesi dopo la fine dell'operazione "Piombo fuso", le autorità israeliane non hanno istituito alcuna indagine indipendente e imparziale sulla condotta delle loro forze e si oppongono attivamente a che tale indagine sia avviata. Hanno infatti rifiutato le conclusioni di un'inchiesta delle Nazioni Unite, che aveva indagato su nove attacchi condotti contro alcune strutture Onu durante l'operazione "Piombo fuso". Hanno inoltre rifiutato di cooperare e di garantire l'accesso al paese a una missione internazionale per l'accertamento dei fatti avviata dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu e condotta dal giudice Richard Goldstone, mettendo in pericolo la missione stessa.
Hamas ha permesso alla missione di accertamento dei fatti di condurre ricerche sul campo nella Striscia di Gaza e ha incontrato i membri della missione, che erano entrati nel territorio dall'Egitto.
Amnesty International chiede alle autorità israeliane di cooperare in pieno con la missione internazionale e indipendente per l'accertamento dei fatti avviata dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu, guidata da Richard Goldstone e con altre indagini internazionali sulle violazioni del diritto internazionale ad opera di tutte le parti in conflitto.
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