“Per musulmani, ebrei e cristiani, per israeliani e palestinesi, e per i popoli di tutto il mondo, Gerusalemme rappresenta un luogo di fede e di nostalgia, un simbolo di aspirazioni nazionali, e un luogo sacro che come tale deve essere aperto a tutti”.
Radio Vaticana - Ed è per questo che “dobbiamo far sì che la città santa diventi un vero simbolo di pace, capace di avvicinare le persone e di segnare una nuova era più positiva per l'intera regione”. Lo ha scritto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon in un messaggio al Forum Internazionale su Gerusalemme a Rabat, in Marocco, ospitato nei giorni scorsi dalla Fondazione di Yasser Arafat. “Israeliani e palestinesi – ha scritto - concordano da lungo tempo nel ritenere Gerusalemme una questione fondamentale che deve essere risolta con i negoziati, insieme a tutte le altre questioni fondamentali”. La comunità internazionale, ha spiegato, non riconosce l'annessione israeliana di Gerusalemme Est, che continua a far parte del territorio palestinese occupato secondo quanto stabilito nella Quarta Convenzione di Ginevra. “L`obiettivo del raggiungimento della pace implica che Gerusalemme diventi la capitale di due Stati – ha aggiunto - che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza, e che si raggiungano degli accordi sui luoghi santi. Questa è la strada giusta per accostare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza all’Iniziativa per la Pace Araba, e realizzare in questo modo la pace tanto desiderata dalle persone di tutto il mondo”. Il segretario dell’Onu si è congratulato “con quegli israeliani e palestinesi che stanno lavorando per superare le incomprensioni e i conflitti e per trovare il modo di cooperare costruendo il rispetto reciproco e la fiducia, anche a Gerusalemme”. Ban Ki-moon ha ribadito l’appello a Israele perché fermi gli insediamenti e riapra le istituzioni palestinesi a Gerusalemme. Le limitazioni agli accessi a Gerusalemme Est, ha scritto, “separano famiglie, limitano lo sviluppo economico della Palestina e rendono difficile per i residenti della Cisgiordania l’accesso a strutture sanitarie specializzate”. Ban Ki-moon ha chiesto a tutti i presenti di sostenere il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abbas, noto come Abu Mazen, nei suoi sforzi per raggiungere una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese. “La strada da percorrere – ha concluso - non sarà facile, ma solo con il raggiungimento di una soluzione ‘a due Stati’, e una completa pace arabo-israeliana, a Gerusalemme sarà interamente restituito il legittimo ruolo di simbolo di santità, di fraternità e di pace per il mondo intero”. (V.F.)
Radio Vaticana - Ed è per questo che “dobbiamo far sì che la città santa diventi un vero simbolo di pace, capace di avvicinare le persone e di segnare una nuova era più positiva per l'intera regione”. Lo ha scritto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon in un messaggio al Forum Internazionale su Gerusalemme a Rabat, in Marocco, ospitato nei giorni scorsi dalla Fondazione di Yasser Arafat. “Israeliani e palestinesi – ha scritto - concordano da lungo tempo nel ritenere Gerusalemme una questione fondamentale che deve essere risolta con i negoziati, insieme a tutte le altre questioni fondamentali”. La comunità internazionale, ha spiegato, non riconosce l'annessione israeliana di Gerusalemme Est, che continua a far parte del territorio palestinese occupato secondo quanto stabilito nella Quarta Convenzione di Ginevra. “L`obiettivo del raggiungimento della pace implica che Gerusalemme diventi la capitale di due Stati – ha aggiunto - che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza, e che si raggiungano degli accordi sui luoghi santi. Questa è la strada giusta per accostare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza all’Iniziativa per la Pace Araba, e realizzare in questo modo la pace tanto desiderata dalle persone di tutto il mondo”. Il segretario dell’Onu si è congratulato “con quegli israeliani e palestinesi che stanno lavorando per superare le incomprensioni e i conflitti e per trovare il modo di cooperare costruendo il rispetto reciproco e la fiducia, anche a Gerusalemme”. Ban Ki-moon ha ribadito l’appello a Israele perché fermi gli insediamenti e riapra le istituzioni palestinesi a Gerusalemme. Le limitazioni agli accessi a Gerusalemme Est, ha scritto, “separano famiglie, limitano lo sviluppo economico della Palestina e rendono difficile per i residenti della Cisgiordania l’accesso a strutture sanitarie specializzate”. Ban Ki-moon ha chiesto a tutti i presenti di sostenere il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abbas, noto come Abu Mazen, nei suoi sforzi per raggiungere una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese. “La strada da percorrere – ha concluso - non sarà facile, ma solo con il raggiungimento di una soluzione ‘a due Stati’, e una completa pace arabo-israeliana, a Gerusalemme sarà interamente restituito il legittimo ruolo di simbolo di santità, di fraternità e di pace per il mondo intero”. (V.F.)
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