mercoledì, ottobre 28, 2009
La situazione della libertà religiosa nel mondo è al centro del rapporto presentato dal Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, al Dipartimento di Stato.

Radio Vaticana - Dallo studio emerge che “il nuovo inizio” promosso dal presidente statunitense Barack Obama nei rapporti degli Stati Uniti con i musulmani nel mondo non deve far pensare che venga meno l’attenzione dell’amministrazione di Washington verso quei Paesi, anche islamici, dove viene violata la libertà religiosa. Nel rapporto - ripreso dall’Osservatore Romano - sono citati, in particolare, otto Stati. La situazione peggiore è quella della Corea del Nord dove è proibita ogni attività religiosa. Almeno 150 mila nord coreani sono internati in campi di prigionia, in molti casi per motivi religiosi. Segue l’Iran, dove sono molteplici le testimonianze di cittadini imprigionati e vittime di violenze a causa della loro appartenenza a minoranze religiose.In Cina, invece, si notano miglioramenti per quanto riguarda la libertà religiosa nonostante le repressioni messe in atto, nel corso dell’anno, dal governo di Pechino contro le minoranze religiose buddiste in Tibet e quelle contro i musulmani dello Uighuri e nello Xinjiag. In Arabia Saudita le leggi vigenti proibiscono ogni altro culto diverso dalla religione di Stato islamica sunnita. Tuttavia è attualmente tollerato che gli immigrati stranieri possano riunirsi e compiere i riti previsti dalle loro diverse religioni. Le cerimonie, però, si devono tenere in abitazioni private. Il rapporto prende in esame anche la libertà religiosa in Eritrea, Myanmar e Uzbekistan. Si tratta di Paesi in cui le limitazioni hanno motivazioni diverse: l’intolleranza delle autorità verso le minoranze, il prevalere di gruppi fondamentalisti e il vuoto di potere che permette agli estremisti di esercitare prepotenze verso persone e comunità religiose ritenute avverse. Presentando il rapporto Michael Posner, funzionario del Dipartimento di Stato americano responsabile del settore “Democrazia e Diritti umani”, ha sottolineato infine che “la libertà religiosa è un diritto fondamentale, un bene sociale e una chiave per la sicurezza internazionale”. Le valutazioni sulla libertà religiosa si basano su informazioni fornite al Dipartimento di Stato americano da parte di giornalisti, accademici, e organizzazioni non governative. (A.L.)


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